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cronaca

Solare ed eolico, la Cina è la regina delle energie rinnovabili

Se non produce tanta energia quanto il resto del mondo, poco ci manca: nel 2024 la Cina è la regina delle energie rinnovabili, in particolare solare ed eolico. I 447 gigawatt di potenza degli impianti fotovoltaici cinesi rappresentano infatti il 48,4% di quella mondiale, i 444 dell’eolico coprono invece il 44,2% della capacità totale. Questi valori rappresentano cioè la potenza istantanea massima che questi impianti possono generare lavorando in condizioni ottimali.

Il dato arriva dall’edizione 2025 del report Wind and solar year in review realizzato dal Global energy monitor. E, bene specificarlo, fa solo riferimento agli impianti utility-scale. Ovvero a quelli che si potrebbero definire industriali o commerciali, più in generale di larga scala. Ad essere precisi: con una capacità di almeno un megawatt per quanto riguarda i pannelli solari e di 10 MW per quanto riguarda le pale eoliche. In totale, prosegue il report, nel 2024 sono stati aggiunti 240 GW di capacità per quanto riguarda gli impiani eolici e fotovoltaici di larga scala, con un incremento anno su anno del 14%.

Fin qui gli impianti attivi. Il report sulle energie rinnovabili di Gem prende in considerazione infatti anche la cosiddetta prospect capacity, ovvero la capacità prevista. Nel senso che questo indicatore fa riferimento ai progetti annunciati o che già hanno avviato la progettazione o addirittura la costruzione. Sotto questo profilo, se nel 2023 la capacità prevista di solare e fotovoltaico era pari a 3,6 TW in tutto il mondo, nel 2024 si è saliti a 4,4, con un incremento anno su anno del 20%.

Il che pone una questione: quanto sono efficienti i paesi del mondo nel completare questi progetti? La risposta è non molto. Ma soprattutto che, almeno sotto questo profilo, la Cina perde il primato. Il 76% dei progetti di impianti solari e fotovoltaici di larga scala nei paesi del G7, tra i quali c’è ovviamente anche l’Italia, è stato realizzato entro le tempistiche previste. Una percentuale che scende al 55% a Pechino e al 52% nel resto del mondo. A testimonianza delle difficoltà che l’obiettivo di triplicare entro il 2030 la produzione di energie rinnovabili, fissato nel 2023 alla Cop28 di Dubai, è complesso da raggiungere. E, come segnala lo stesso report Gem, ancora molto lontano.

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