Il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump riconosce solo sue generi. Lo ha detto. Per questo la sua amministrazione ha ordinato il ritiro di articoli scientifici ancora da pubblicare per essere sicuri di eliminare termini come “transgender”, “LGBT” e “non binario”. Ne parlo in questo video per il “Quotidiano in classe”.
Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha ricevuto la disposizione di ritirare tutti gli articoli scientifici in fase di pubblicazione per rimuovere termini considerati “non conformi” a un recente ordine esecutivo dell’amministrazione del nuovo presidente Usa, che riconosce solo due sessi: maschile e femminile.
In altre parole, parole come “transgender”, “LGBT” e “non binario” sono state bandite dal linguaggio ufficiale della scienza. Questo vuole dire che vengono rimossi dati e dataset.
Andrew Van Dam per il Dipartimento dei dati del Washington Post ha tracciato i dataset che potrebbero scomparire presto
Secondo quando riporta la stampa americana, nell’email inviata ai ricercatori da Sam Posner, chief science officer ai Cdc, è contenuto l’elenco delle parole proibite: si va da ‘genere’ a ‘transgender’, da ‘persona incinta’ a ‘Lgbt’, da ‘transessuale’ a ‘non binario’, da ‘maschio (o femmina) assegnato alla nascita’ a ‘biologicamente maschio (o femmina)’.
La richiesta è la conseguenza dell’ordine esecutivo con cui il presidente Trump ha dichiarato guerra a quella che definisce ‘ideologia di genere’ allo scopo di “ripristinare la verità biologica nel governo federale”. Nel testo del provvedimento si annunciava che le agenzie federali avrebbero rimosso tutte “le dichiarazioni, le politiche, i regolamenti, i moduli, le comunicazioni o altri messaggi interni ed esterni che promuovono o inculcano l’ideologia di genere”.
È quello che sta avvenendo. Oltre che per gli studi scientifici in corso di pubblicazione, cresce anche la preoccupazione per le informazioni che nei giorni scorsi sono state rimosse o rese inaccessibili dai portali dei Cdc. Venerdì l’Association of Health Care Journalists, l’associazione americana dei giornalisti che si occupano di salute, ha scritto una lettera in cui protesta per “la rimozione di dati di salute pubblica vitali dal sito dei Cdc”. Si tratta di una quantità di dati sterminata che va dagli stili di vita alle malattie infettive e che costituisce la base per il lavoro di scienziati, giornalisti e operatori di sanità pubblica.
Per questo un gruppo di consulenti dei Cdc ha inviato una lettera aperta alla direttrice Susan Monares in cui chiede spiegazioni sul perché “senza avvisi, spiegazioni o giustificazioni” i principali dataset siano diventati inaccessibili. I dati spariti dal sito “includono fonti di informazioni critiche su malattia, popolazioni e fattori di rischio”, sottolineano gli esperti, che chiedono alla direttrice una risposta entro il prossimo 7 febbraio.
L’articolo del Washington Post è a pagamento. Ma qui proviamo a tenere traccia di altri dataset. Se voleve e potete contribuire segnate.