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cronaca

I conflitti prima di un cessate il fuoco tendono ad accelerare la loro intensità

I conflitti prima di un cessate il fuoco tendono ad accelerare la loro intensità: le parti belligeranti vogliono consolidare le proprie posizioni o mostrare nuovi atti di forza, in modo da avere più potere al tavolo dei negoziati.

La tregua, tanto ricercata, nel conflitto russo-ucraino si sta facendo attendere.
Nonostante Kiev si sia schierata a favore di un cessate il fuoco di 30 giorni, Putin non ha assunto alcuna posizione netta e, anzi, ha posto nuovi quesiti all’amministrazione Trump su come ci si possa accertare che tale tregua venga rispettata e su chi darà l’ordine di abbassare le armi.

Putin tenta di guadagnare tempo. Rallentando le trattative sulla pace, permette al suo esercito di avanzare ancora di più nelle regioni già occupate e guadagnare, insieme al terreno, una posizione migliore in vista di un’imminente, possibile, tregua.
Le questioni sollevate da Putin sulla possibilità di verificare il rispetto del cessate il fuoco sono legittime. Tuttavia, considerando i precedenti del Cremlino, viene da chiedersi se il vero obiettivo del presidente russo non sia piuttosto capire come violare la tregua senza lasciare prove di un’aggressione russa.

Zelensky sostiene che la Russia abbia violato i presunti cessate il fuoco ben 25 volte dall’inizio dell’aggressione nel 2014 e, per questo motivo, una tregua senza alcuna garanzia di sicurezza sarà difficilmente accettato dagli ucraini.
“A document is not enough”, ha dichiarato il presidente ucraino. Tuttavia, un accordo firmato anche dagli Stati Uniti e dai partner europei potrebbe rappresentare un deterrente per Mosca, riducendo il rischio di nuovi attacchi durante la tregua.

Nel grafico precedente, i cessate il fuoco sono evidenziati in grigio, mentre gli attacchi e gli scontri sul suolo ucraino, avvenuti tra il 2018 e oggi, sono indicati in rosso. Ogni mese ha registrato episodi di violenza e, secondo Kiev, gli attacchi si sono verificati anche nei giorni in cui avrebbe dovuto essere in vigore una tregua.
Prima del 2018, nel 2014 furono firmati gli accordi di Minsk-1, che prevedevano un cessate il fuoco a partire dal 6 settembre. Tuttavia, già il giorno successivo, l’esercito russo lanciò nuovi attacchi, interrompendo la tregua. Successivamente, gli accordi di Minsk-2 sancirono un nuovo cessate il fuoco il 15 febbraio 2015, ma, secondo l’esercito ucraino, appena un’ora dopo l’entrata in vigore della tregua, un commando russo attaccò un’unità ucraina nella regione di Luhansk.

Un accordo di pace deve garantire che entrambe le parti rispettino i patti stabiliti. Tuttavia, la storia degli attacchi russi suggerisce che il Cremlino sia poco incline a onorare i trattati, lasciando l’Ucraina esposta a nuove minacce anche dopo la firma di un cessate il fuoco.

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