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tecnologia

Mercato digitale: i «big data» valgono l’8% del Pil europeo

Chi pubblica una foto su Facebook, scrive su un blog, ascolta una canzone in streaming o anche solo inserisce parole su un motore di ricerca non può sapere con precisone dove queste informazioni saranno custodite. Sono le regole, non scritte, del cloud computing: la tecnologia che muove i dati di chi usa servizi su internet. È bene ricordarlo sempre perché dentro le “nuvole” informatiche ci può essere di tutto: buste paga, mail, dati finanziari, foto del figlio insomma informazioni più o meno sensibili. Dentro i server di Facebook, Google, Apple, Microsoft circolano a velocità altissima sotto forma di bit dati che valgono una montagna di soldi. Con un bel po’ di ottimismo Boston Consulting Group aveva provato a misurare il valore delle nostre vite digitali. Solo in Europa si parla di 1 trilione di euro entro il 2020, circa l’8% del prodotto interno lordo della Ue a 27 Paesi menbri. Stime più conservative sostengono che l’analisi dei megadati potrebbe incrementare la crescita economica dell’Ue di un ulteriore 1,9%, pari a un aumento del Pil di 206 miliardi di euro.

Attualmente il 54% dei servizi online offerti in Europa proviene dagli Usa, il 42% dai singoli stati nazionali e solo il 4% dall’Unione Europea. Ciò significa che oltre la metà dei dati di chi usa servizi via internet va a finire negli Stati Uniti.

Tratto da Il Sole 24 ORE del 07/10/2015, pagina 10