Dopo i due episodi di evasione dall’istituto penitenziario di Rebibbia a Roma, registratisi lo scorso 14 febbraio, è tornata al centro dell’attualità la condizione delle carceri in Italia. I numeri del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), aggiornati al mese di febbraio 2016, parlano chiaro: all’interno dei 195 istituti sparsi per tutta la penisola, sono 3188 i detenuti oltre il numero massimo consentito per legge. La capienza, infatti, sarebbe fissata a quota 49.494 persone, ma sono quasi 53mila i detenuti attualmente in carcere, a scontare la loro pena o in attesa di giudizio. Di questi, 35.054 sono di nazionalità italiana, mentre 17.628 sono di origine straniera.
I 3mila detenuti oltre la soglia massima consentita rappresentano un problema rilevante, anche in virtù dei numeri fatti registrare dall’organico delle forze dell’Ordine. Dei 45mila agenti previsti per legge, infatti, solo 39mila sono impegnati all’interno delle strutture penitenziarie, mentre i restanti 6mila sono occupati in altre mansioni. Non sorprende quindi che il numero dei reati commessi dai detenuti, all’interno degli istituti penitenziari negli ultimi tre anni, sia quasi raddoppiato: il sindacato UILPA – Penitenziari ha registrato 983 episodi nel 2013, 1002 nel 2014 e 1812 nel 2015. Allo stesso modo, sono aumentate le aggressioni rivolte ai danni degli agenti: 344 casi nel 2013, 394 nel 2014, 422 nel 2015.
In tema di sovraffollamento delle carceri, comunque, i dati degli ultimi sette anni fanno registrare un miglioramento. Solo nel 2009, a fronte di una capienza massima di 42mila persone, i nostri istituti penitenziari accoglievano 64.791 detenuti, 22mila detenuti in più oltre la soglia consentita per legge. I provvedimenti legislativi attuati da allora hanno portato a una diminuzione di 10.741 detenuti all’interno degli istituti penitenziari, nel giro di 5 anni (dai 64.791 del 2009 ai 54.050 del 2014), e a un aumento dei posti disponibili all’interno delle carceri (dai 42mila agli attuali 49.494).
Un dato “positivo” per il nostro Paese, tra l’altro, emerge anche dal Rate of Supervision, l’indice che rapporta il numero di detenuti al numero complessivo degli agenti di polizia. Se la media europea fa registrare ancora oggi un numero pari a 3.5 carcerati per ogni esponente delle forze dell’Ordine, l’Italia si difende con un rate di 1.8, il più basso d’Europa. Negli altri Paesi dell’Unione Europea, infatti, la Spagna ne conta ben 4.2, Germania, Inghilterra e Galles registrano un indice di 2.6, mentre la Francia è ferma a 2.5.