Crotone è la provincia con il tasso di disoccupazione più alto d’Italia (31,46%), a Vibo Valentia la maglia nera per tasso di inattività mentre la città dove ci sono più occupati è come al solito Bolzano. Istat ha diffuso i dati provinciali sull’offerta di lavoro riferiti alla media annua 2015 e per la prima volta anche quelli dei grandi comuni. Nel complesso, l’incremento dell’occupazione nell’ultimo anno risulta diffuso sul territorio ed è più accentuato nel Mezzogiorno, ripartizione che nel corso della crisi ha registrato le perdite più consistenti. Anche il tasso di disoccupazione diminuisce soprattutto nelle regioni meridionali. Le differenze permangono elevate. I si possono individuare grazie all’Info che abbiamo realizzato due grandi trend: l’aumento del gap di genere e la diminuzione dei divari territoriali. Qui l’articolo sul Sole.com.
Il quadro nazionale.
Il 2015 si caratterizza per l’aumento dell’occupazione e, per la prima volta dopo sette anni, il calo della disoccupazione. Il miglioramento è dovuto in particolare al Mezzogiorno e agli uomini, oltre al persistere delle permanenze nell’occupazione degli ultracinquantenni.
Dopo sei anni di calo, torna a crescere il lavoro a tempo pieno (+110 mila, +0,6%) quasi soltanto tra gli uomini (+104 mila, +0,9%); continua, a ritmi meno sostenuti, la crescita del tempo parziale, ininterrotta dal 2010 e concentrata tra le donne. Prosegue con minore intensità l’aumento del part time involontario (+2,2%), mentre si rafforza la crescita di quello volontario (+2,7%)
Aumenta il gap di genere.
Si amplia il gap di genere: l’aumento dell’occupazione maschile (+139 mila, +1,1%), più che doppio rispetto a quello delle donne (+47 mila, +0,5%), si riflette nella dinamica dei tassi di occupazione (+0,8 punti rispetto a +0,3 punti)
Si riducono i divari territoriali
Si riducono i divari territoriali, con la crescita dell’occupazione più accentuata nel Mezzogiorno (+94 mila, +1,6%) in confronto al Centro (+40 mila, +0,8%) e al Nord (+52 mila, +0,4%), a cui si accompagna il maggior aumento del tasso di occupazione e la diminuzione più forte di quello di disoccupazione. A seguito della crescita negli ultimi due trimestri, si attenua il calo degli occupati con 15-34 anni (-27 mila, -0,5%), che porta a un lieve aumento del tasso di occupazione (+0,1 punti). Anche per i 35-49enni la riduzione del numero di occupati si accompagna all’aumento del tasso di occupazione (+0,3 punti). Prosegue la crescita degli occupati e del tasso per gli ultracinquantenni
Il dettaglio delle province.
Tra il 2014 e il 2015, nelle regioni meridionali il tasso di occupazione 15-64 anni cresce di 0,8 punti (+0,5 nel Centro e nel Nord), ma il livello dell’indicatore resta comunque inferiore a quello del 2008 di 3,5 punti (-2,1 punti nel Nord e -1,3 nel Centro). I divari territoriali restano pertanto accentuati: se nel Centro-nord sono occupate oltre 6 persone su 10 tra i 15 e i 64 anni, nel Mezzogiorno scendono a poco più di 4. Nel 2015 diminuisce inoltre il tasso di disoccupazione, soprattutto nelle regioni meridionali (-1,3 punti in confronto a -0,7 nel Centro e -0,5 nel Nord). Tuttavia, le differenze territoriali rimangono elevate: l’indicatore passa dal 19,4% nel Mezzogiorno, al 10,6% nel Centro e all’8,1% nel Nord. Nelle regioni del Nord gli incrementi più elevati del tasso di occupazione si segnalano in Liguria e Piemonte (rispettivamente +1,7 e +1,3 punti); il tasso di disoccupazione si riduce in tutte le regioni a eccezione di Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia in cui rimane invariato. La Liguria presenta anche la più forte riduzione del tasso di disoccupazione (-1,7 punti). A livello provinciale, gli incrementi maggiori del tasso di occupazione si segnalano a Novara, La Spezia, Imperia, Alessandria, Genova e Vicenza (con variazioni tra 2 e 3 punti) a fronte di un calo di 2-3 punti nelle province di Verona, Monza e della Brianza; le riduzioni più elevate del tasso di disoccupazione si registrano a Imperia, Venezia e Novara (cali compresi tra -3 e -2 punti), mentre l’indicatore cresce di più a Trieste, Monza e della Brianza, Padova e Verona (incrementi tra 1 e 2 punti). Tra i grandi comuni il tasso di occupazione aumenta di più a Genova e Venezia (+3,4 e +2,3 punti), dove è maggiore anche il calo del tasso di disoccupazione (-2,7 e -2,9 punti); Verona è invece l’unico grande comune in cui la quota di occupati è in calo (-2,7 punti) e il tasso di disoccupazione cresce leggermente. Nelle regioni del Centro il tasso di occupazione cresce soprattutto in Umbria e Toscana (+2,1 e +1 punti), mentre diminuisce nelle Marche (-0,3 punti). Il tasso di disoccupazione si riduce in tutte le regioni del Centro, specie in Umbria e Toscana. Tra le province, gli aumenti più elevati del tasso di occupazione si segnalano a Lucca, Pistoia, Pisa, Frosinone, Grosseto, Siena, Perugia e Terni (tra i 2 e i 4 punti), mentre i cali più accentuati si registrano a Firenze, Pesaro-Urbino, Prato e Latina (con riduzioni tra -1 e -2 punti). Le province con i cali maggiori del tasso di disoccupazione sono Lucca, Massa-Carrara e Pistoia (tra -6 e -3 punti), mentre l’indicatore aumenta a Pesaro-Urbino, Arezzo e Siena. Tra i grandi comuni, se il tasso di occupazione cala a Firenze (-0,2 punti) e rimane sostanzialmente invariato a Roma quello di disoccupazione aumenta nel capoluogo toscano (+0,8 punti) e diminuisce nella Capitale (-0,3 punti). Nel Mezzogiorno la crescita del tasso di occupazione è dovuta soprattutto agli andamenti positivi di Basilicata, Sardegna, Puglia e Sicilia (incrementi tra 1 e 2 punti); la Calabria è l’unica regione meridionale con l’indicatore in calo. Il tasso di disoccupazione si riduce in tutte le regioni a eccezione dell’Abruzzo, dove il tasso rimane sostanzialmente invariato; in Campania e Puglia si segnalano le riduzioni più forti (-1,9 e -1,8 punti). Tra le province del Mezzogiorno, Carbonia-Iglesias, Sassari, Medio Campidano, Trapani e Benevento registrano incrementi del tasso di occupazione pari o superiori ai 3 punti; Cosenza è l’unica provincia della Calabria con un dinamica positiva dell’indicatore mentre le altre presentano una diminuzione superiore a un punto, così come Pescara, Barletta-Andria-Trani, Agrigento, Nuoro, Ogliastra e Olbia-Tempio. Il tasso di disoccupazione si riduce con maggiore intensità (3 punti e oltre) nelle province di Medio Campidano, Cosenza, Isernia, Trapani, Lecce, Enna, Benevento, Catania, Olbia-Tempio e Sassari, mentre gli incrementi maggiori si segnalano a Crotone, Reggio Calabria, Nuoro, Catanzaro e Ragusa (tra 1 e 4 punti). Tra i grandi comuni del Mezzogiorno, soltanto Bari e Palermo presentano un andamento positivo del tasso di occupazione (nell’ordine +1,2 e 0,9 punti), mentre a Napoli il livello è invariato e a Messina e Catania si riduce di -0,3 e -0,2 punti. Al calo del tasso di disoccupazione dei comuni di Napoli e Bari si contrappone l’incremento di Palermo e Messina, mentre a Catania il valore dell’indicatore resta pressoché invariato.
Nel 2015 è aumentata l’occupazione, per il secondo anno consecutivo, e, per la prima volta in sette anni, è calata la disoccupazione. Lo comunica l’Istat nel Flash sul mercato del lavoro. Nella media del 2015 il tasso di disoccupazione scende all’11,9% dal 12,7% della media del 2014. L’Istat spiega che nel 2015 la stima dei disoccupati diminuisce «in maniera significativa» (-203.000 unità, -6,3%), soprattutto nella seconda metà dell’anno. Non solo. Nel 2015 l’occupazione cresce in media annua di 186.000 unità (+0,8%) portando il tasso di occupazione al 56,3% (+0,6 punti). L’Istat segnala che in media annua nel 2015 i disoccupati erano 3.033.000 e che gli occupati sempre in media annua erano 22.465.000. E ricorda anche i dati relativi a gennaio 2016, che, al netto della stagionalità, registrano una crescita degli occupati (+70 mila), malgrado la fine della decontribuzione totale per gli assunti a tempo indeterminato. Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/JmKqdD