La crescita della produttività sta rallentando in molte economie emergenti avanzate e sulla scia della crisi. Lo confermano i nuovi dati contenuti nel Compendio di indicatori 2016 della produttività diffuso dall’Ocse. “Ci sono fondamenta e legami comuni tra il rallentamento della produttività che si osserva nei Paesi avanzati (e anche negli emergenti) e l’aumento delle disparità di reddito. Sono entrambi ostacoli che rischiano di innescare un circolo vizioso a tutto svantaggio della crescita, rendendo vani gli sforzi che mirano a rilanciarla.” A partire dal 2000 circa il 90% delle economie Ocse ha segnato un rallentamento del trend di crescita della produttività. Al tempo stesso, l’aumento delle disuguaglianze ha fatto sì che nel 2012 il reddito del 10% dei piu’ ricchi dell’Ocse sia cresciuto fino a diventare 10 volte piu’ grande rispetto a quello del 10% piu’ povero, mentre alla meta’ degli anni 80 era ‘solo’ sette volte piu’ grande. In termini di ricchezza, la situazione e’ ancora piu’ netta: il 10% della popolazione controlla la meta’ della ricchezza delle famiglie nei 18 Paesi Ocse per cui sono disponibili i dati. Gli anni della crisi – sottolinea l’Ocse – hanno amplificato entrambi i problemi in un clima di bassi investimenti e alta disoccupazione, ma hanno fatto emergere anche altre sfide sui modi in cui funziona l’economia. Ad esempio la crescita della finanza nell’economia globale puo’ avere distolto gli investimenti dalle attivita’ produttive, risultando al tempo stesso in una maggiore concentrazione della ricchezza. Anche la crescita dell’economia digitale pone nuove sfide per i posti di lavoro e le competenze, proprio nel momento in cui le crescenti disparità fanno sì che le persone con i redditi più bassi investano meno nella formazione, il che finisce per peggiorare le disparità e ridurre la produttività. (Radiocor)
Nell’Info Data il lettore utente può osservare la dinamica della produttività sovrapponendo le curve di Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia, apprezzando quello che viene definito dagli economisti il paradosso della produttività.
Nella maggior parte dei paesi dell’Ocse il rallentamento ha riguardato quasi tutti i settori, sia grandi che piccole aziende. Ma ha inciso in modo particolare in quei settori soggetti a innovazione digitale come il settore dei media della finanza e quello assicurativo.
Ma il documento Ocse mostra anche che il rallentamento iniziata ben prima della crisi, nonostante una maggiore partecipazione delle imprese nelle catene globali del valore, l’aumento dei livelli di istruzione e di innovazioni tecnologiche. Gli investimenti in Ict, per esempio sono scesi come percentuale del Pil negli ultimi anni in molti paesi, in particolare in Germania, Svezia, Giappone e Stati Uniti. Mentre il dinamismo delle imprese, misurata dai tassi di crescita delle startup ha favorito i paesi dove è più viva l’economia della conoscenza.
Nell’Info Data realizzata da Ocse viene visualizzato il prodotto interno lordo per ora lavorata. In sostanza si misura il valore di quanto in media un lavoratore produce in un ora di lavoro. Cliccando si possono evidenziare le curve dei vari Paesi Ocse.
Per quanto riguarda l’Italia
Come ha scritto l’Ocse: “Migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione contribuerebbe ad accrescere la produttività globale» in Italia”. La riforma della pa, che è stata lancia «anche se parzialmente approvata», porterà all’entrata in vigore di un sistema di gestione delle risorse umane rivolto maggiormente alle performance, a razionalizzare le aziende controllate dagli enti locali, a fissare i limiti temporali delle procedure amministrative che implicano i grandi progetti di investimento e ad ampliare l’accesso digitale ai servizi pubblici. Tuttavia «la fase di entrata in vigore» della riforma «sarà determinante.La riduzione dell’elevata disoccupazione giovanile dipenderà poi da un miglior coordinamento tra le politiche della scuola e del mercato del lavoro. Sarebbero ‘passi nella buona direzione una completa e rapida attuazione’ della riforma della Buona Scuola e del Jobs Act. Anche qualita’ e quantita’ degli investimenti pubblici e privati saranno cruciali per rendere la ripresa sostenibile. A questo fine va approvato il nuovo codice degli appalti e oltre a migliorare ed accelerare la procedura di selezione ed esecuzione dei progetti, va ‘combattuta con forza la corruzione’. Secondo l’Ocse andrebbero poi fatti altri passi nella riforma delle procedure fallimentari. (Adnkronos)