Nel 2015 la solidità delle società italiane è migliorata ed è tornata ai livelli pre-crisi grazie a un +2,7% rispetto al 2014. Dopo aver analizzato 165 mila bilanci 2015 depositati dalle società entro giugno 2016, Cerved ha registrato un aumento della redditività, pur restando sotto ai livelli del 2007 a causa del gap negativo tra andamento del valore aggiunto e costo del personale.
È il mezzogiorno, soprattutto, a mandare segnali di ripresa con un valore medio di aumento del fatturato del 4,7% tra il 2015 e il 2014, contro il 2% del periodo precedente. Le migliori performance si aggirano intorno al 6% e arrivano da imprese di Campania e Basilicata.
A livello nazionale il miglioramento è generale e, in particolare, le microimprese e le Pmi vedono una crescita del fatturato più dinamica rispetto alle grandi aziende.
L’indebitamento continua a calare: lo scorso anno i debiti finanziari sono calati del 4,5% e gli imprenditori hanno aumentato il ricorso al capitale proprio. Questo ha portato, nel 2015, il rapporto debiti finanziari su capitale netto al 54% dall’85% del 2007.
Il settore con i migliori trend è quello industriale, che ha incrementato i ricavi del 4,1% e quello delle costruzioni, il più colpito dalla crisi, ha visto la ripresa con il 3,1% di aumento; la crescita nel terziario è più contenuta (+2,4%). Con l’accelerazione dell’edilizia, il valore medio si attesta intorno al 4%.
Per quanto riguarda i costi esterni, il 2% di questi grava sulle materie prime e il 1,9% sui servizi, contro l’1,3% di entrambi dell’anno precedente. Il costo del lavoro cresce del 2,9%, contro l’1,9% del 2014, ma ci sono effetti positivi sulla produttività che passa al 150,8% dal 149,2% del 2014.