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Brexit, nel prossimo triennio l'economia perderà 2,5 punti di Pil

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Bank of England ha ipotizzato una crescita dello 0,1% nel trimestre in corso, stagnazione per il resto dell’anno e crollo del Pil da un più 2,3% – previsto tre mesi fa – per il 2017 allo 0,8 per cento. In altre parole ha annunciato la maggiore revisione economica degli ultimi vent’anni, confermando che la prospettiva per il Paese è mutata grandemente a causa dell’incertezza innescata dalla Brexit. L’economia nazionale, secondo la Banca centrale britannica, perderà almeno 2,5 punti di Pil rispetto alle previsioni di maggio e ballerà, in questa seconda metà del 2016 e per almeno tutto il 2017, sul ciglio della recessione. I settori che rischiano il contraccolpo più severo sono servizi e immobiliare, parte della manifattura – quella diretta alle esportazioni – potrebbe godere più degli altri del benefico effetto di una sterlina in rapida svalutazione

Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore del 5 agosto 2016 a pagina 2
Ultimi commenti
  • giovanni |

    tagliarsi le palle per farla alla moglie, sapienza gritannica

  • giovanni |

    tagliarsi le palle per farla alla moglie, sapienza gritannica

  • Fabio Galanti |

    Mi chiedo se queste previsioni possano avere un livello di affidabilità adeguato. A me sembra che sia in positivo che in negativo, difficilmente si riesca a farle, ma non per inadeguatezza degli economisti, ma perché prevedere scenari futuri è un’operazione alquanto ardua, per le tantissime variabili in gioco.
    Innanzitutto non sappiamo cosa significhi Brexit, ovvero potremo avere una compensazione dell’uscita dalla GB dall’Europa, grazie ad accordi commerciali ad hoc, che di fatto limiterebbero fortemente il fatto in se, se non addirittura creare una coesione più ampia.
    Non sappiamo se questa uscita, costringa la GB a vedere ad altri mercati e magari darle una spinta senza volere ad un’economia addirittura più fiorente.
    Sicuramente il settore immobiliare potrebbe essere alquanto ridimensionato, per la poca convenienza di avere una sede a Londra, per le società che operano in Europa prevalentemente, ma viceversa, se gli accordi extra Brexit fossero adeguati, potrebbe tornare in auge, una sede in un paese affacciato sia in Europa che fuori.
    Insomma tutto da vedere.

  • Fabio Galanti |

    Mi chiedo se queste previsioni possano avere un livello di affidabilità adeguato. A me sembra che sia in positivo che in negativo, difficilmente si riesca a farle, ma non per inadeguatezza degli economisti, ma perché prevedere scenari futuri è un’operazione alquanto ardua, per le tantissime variabili in gioco.
    Innanzitutto non sappiamo cosa significhi Brexit, ovvero potremo avere una compensazione dell’uscita dalla GB dall’Europa, grazie ad accordi commerciali ad hoc, che di fatto limiterebbero fortemente il fatto in se, se non addirittura creare una coesione più ampia.
    Non sappiamo se questa uscita, costringa la GB a vedere ad altri mercati e magari darle una spinta senza volere ad un’economia addirittura più fiorente.
    Sicuramente il settore immobiliare potrebbe essere alquanto ridimensionato, per la poca convenienza di avere una sede a Londra, per le società che operano in Europa prevalentemente, ma viceversa, se gli accordi extra Brexit fossero adeguati, potrebbe tornare in auge, una sede in un paese affacciato sia in Europa che fuori.
    Insomma tutto da vedere.

  • Giuseppe |

    Vuol dire che avremo degli immobili con prezzi più accessibili .

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