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economia

Giù i consumi a luglio. Ecco le flessioni più forti


È una situazione preoccupante quella che emerge dai dati Istat sui consumi. Un mese nero, lo scorso luglio 2016, che registra una flessione dello 0,3% delle vendite al dettaglio rispetto al mese precedente. A trascinare l’andamento verso il basso sono stati soprattutto i prodotti non alimentari (-0,5% in valore), mentre quelli alimentari crescono dello 0,3%.
Un quadro ancora più nero emerge se si confrontano i dati di luglio 2016 con quelli dell’anno passato: -0,6% dei consumi non alimentari. Nello specifico: cartoleria, libri, giornali e riviste da un lato, elettrodomestici, radio, tv e registratori dall’altro fanno registrare le performance peggiori, rispettivamente con -4,6% e -2,3%. In crescita solo giochi, sport e campeggio (+2,7%) e mobili, articoli tessili e arredamento (+0,6%).
Particolare rilievo ha poi la forbice tra le vendite realizzate dalla grande distribuzione – che sono aumentate dell’1,1% annuo in valore, con un miglioramento anche dei consumi non alimentari – e quelle nei piccoli esercizi (che registrano una crisi anche nei consumi alimentari -1,4%). In piena salute invece i discount con un incremento delle vendite del 2,6%. Positivo, infine, il bilancio dei mercati contadini: nel 2016 vi hanno fatto la spesa oltre quattro italiani su dieci, il 55% in più di cinque anni fa.
La debole intonazione delle vendite fa risuonare numerosi campanelli di allarme. «Serve un piano industriale per il rilancio dei consumi» invoca Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione.
 

Articolo pubblicato a pagina 16 del Sole 24 Ore del 27 settembre 2016