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cronaca

Università: Verona e Trento al vertice della classifica

La qualità universitaria italiana continua ad abitare al Nord, da Verona a Trento, dal Politecnico di Milano a Bologna, e fra i poli non statali ripropone il solito terzetto di testa: la Luiss, però, supera di un’incollatura la Bocconi, che si piazza al secondo posto precedendo il San Raffaele.
Il Mezzogiorno continua invece a soffrire e occupa stabilmente gli ultimi scalini delle graduatorie, chiuse anche quest’anno dalla Parthenope di Napoli fra gli atenei statali e dalla Kore di Enna fra quelli non statali: anche a Sud, però, qualcosa si muove: Salerno consolida il proprio status di “eccezione territoriale”, e scala dieci posizioni passando dalla 26esima posizione del 2015 alla casella 16 e centrando il miglioramento più netto a livello nazionale, ma crescono anche le quotazioni di Foggia, che sale di cinque posizioni, di Messina, Campobasso e Lecce, tutte con un guadagno di quattro posti in classifica rispetto all’anno scorso, e del Politecnico di Bari, che di scalini ne guadagna tre. Al contrario viaggiano le università calabresi, con la Mediterranea che perde 7 posizioni (peggioramento più significativo a livello nazionale) e quella di Cosenza che ne lascia sul campo sei.

Articolo sul Sole 24 Ore del 2 gennaio 2017
Ultimi commenti
  • Alessandro Zoppi |

    Alessandro Zoppi l’universita dovrebbe anche essere utile = spendibile .
    Mi piace · Rispondi · 3 min
    Alessandro Zoppi
    Alessandro Zoppi Invece non insegna nulla di concreto e soprattutto non da lavoro. L’Italia è un paese che ha perso ogni contatto con la realtà e molti illusi pagano rate per anni per poi ritrovarsi fuori età e senza esperienza! L’università dovrebbe fin da subito essere un tutt’uno con le realtà aziendali…. cominciate a fare le classifiche su questo anzichè su baggianate… ho fatto ingegneria a Trento che si dava arie di essere la numero 1 ! per cosa??? tutti quelli che conosco io poi non hanno conluso nulla di attinente! RIDICOLO!

  • Andrea Gianotti |

    Buongiorno,

    pubblico qui la nota metodologica della ricerca:

    La classifica finale è il risultato del calcolo dei punteggi ottenuti da ogni ateneo nei diversi indicatori secondo il seguente procedimento
    Gli indicatori
    In ognuno dei 12 indicatori, i risultati ottenuti dagli atenei sono stati messi in classifica attribuendo a ogni università un punteggio misurato in base al risultato ottenuto. Alla performance migliore sono stati attribuiti 100 punti, alla peggiore zero punti mentre il punteggio delle posizioni intermedie è proporzionale al risultato. La didattica L’attrattività indica la quota di immatricolati residenti in una regione diversa da quella in cui ha sede l’ateneo. La sostenibilità è misurata sul numero medio di docenti nelle materie di base e caratterizzanti definite per ogni corso di studio, con l’obiettivo di valutare la solidità della struttura docente nelle materie chiave. Gli stage sono misurati solo nella quota in cui attribuiscono crediti formativi, valutando la percentuale di crediti ottenuti in stage sul totale di quelli maturati dagli studenti. Il criterio dei crediti, analogamente, guida anche l’indicatore relativo alla mobilità internazionale, che si traducono appunto in crediti ottenuti all’estero dagli studenti. Le borse di studio effettivamente erogate in rapporto al totale degli idonei determinano l’indicatore sul diritto allo studio, mentre la dispersione è misurata in base alla percentuale di immatricolati che si perdono per strada nel corso del primo anno e che quindi non si iscrivono al secondo anno nello stesso corso dello stesso ateneo (la classifica ovviamente colloca nei primi gradini gli atenei in cui le conferme dal primo al secondo anno sono maggiori). L’efficacia è valutata in base all’effettivo numero di crediti ottenuto mediamente da ogni studente). Il giudizio dei laureandi sul corso di studio che stanno terminando, raccolto dai questionari AlmaLaurea, misura invece il voto degli studenti.
    La ricerca
    I tre indicatori della ricerca, ancora relativi alla Vqr 2004-2010 perché i dati di dettaglio della nuova tornata 2011-2014 arriveranno solo nei prossimi mesi, puntano su tre temi. La qualità della produzione scientifica misurata dai giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nelle valutazioni Anvur, la competitività della ricerca indicata dalla capacità di attrarre risorse esterne per progetti di ricerca e la qualità dei dottorati, misurata anch’essa dalle valutazioni Anvur
    I punteggi  Dai punteggi dei singoli indicatori sono state ricavate due classifiche parziali: la prima, dedicata alla didattica, utilizza i primi nove indicatori mentre la seconda, sulla ricerca, è il frutto degli ultimi tre. Il punteggio attribuito a ogni ateneo in queste due classifiche è dato dalla somma dei punteggi ottenuti nei singoli indicatori, diviso per il numero di indicatori a cui l’ateneo partecipa: in genere, quindi, nella didattica la somma dei punteggi è stata divisa per 9, ma quando un dato è mancante la divisione è per otto .
    La classifica generale
    La graduatoria generale è stata realizzata calcolando la media dei punteggi ottenuti da ogni ateneo nelle due classifiche parziali relative a didattica e ricerca.

  • Ferdinando Scala |

    Scusate, sarebbe possibile sapere perché avete usato i dati della VqR (Valutazione della qualità della ricerca) più vecchia (2004-2010) e non quella più recente (2011-2014), che assegna i fondi statali? In quest’ultima, la Federico II di Napoli è quarta, altro che tra le ultime….

    http://ilmattino.it/primopiano/articolo-2169573.html

  • Luca Tremolada |

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-01-01/verona-e-trento-vertice-atenei-175132.shtml?uuid=ADz8KGLC&fromSearch Qui potete trovare indicazioni sulla metodologia.

  • Luca Tremolada |

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-01-01/verona-e-trento-vertice-atenei-175132.shtml?uuid=ADz8KGLC&fromSearch Qui potete trovare indicazioni sulla metodologia.

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