Prima Segni, poi Tambroni, infine Fanfani. E le Olimpiadi di Roma, l’avvio di Fiumicino, le prime tribune politiche, il tram a 35 lire, l’esordio in sala della Dolce Vita di Fellini. Correva l’anno 1960. Davvero dolce per il nostro Paese, lanciato nel pieno del miracolo economico, con una foga di produrre e ricostruire che spingeva in alto investimenti e consumi. Quelli di cemento avvicinavano e sfondavano quota 20 milioni di tonnellate, livello mai raggiunto in passato, mai più riavvicinato al ribasso da allora. Fino ad oggi però.
In Italia quello del cemento è il settore più martoriato, afflitto ormai da sette anni consecutivi di calo dei volumi. La causa? Poche nuove costruzioni e pochi investimenti pubblici. Già nel biennio 2012-2013 si era verificato un crollo a doppia cifra e l’ulteriore calo del 4% del 2014 va a sommarsi a una situazione critica.
Tratto da Il Sole 24 Ore, giovedì 02 ottobre 2014 p.14