Il gap tra paesi ricchi e poveri è sempre più profondo. Questo quanto emerge da un’analisi basata sui dati della Banca Mondiale, che fa parte delle istituzioni specializzate dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Seppure il PIL (Prodotto Interno Lordo) pro capite sia mediamente cresciuto anche nei paesi a basso reddito, il dislivello rispetto alle maggiori economie mondiali continua a aumentare. Nel 1990 la differenza tra il PIL pro capite medio nei paesi a basso reddito rispetto a quelli a reddito più alto era di 18.373 dollari. Il 2015 fa invece registrare un gap considerevolmente aumentato, quantificabile in 39.099 dollari americani.
World Bank Country Classification
Tutte le economie degli Stati membri della Banca Mondiale e le altre economie con popolazione superiore a 30.000 abitanti vengono classificate dalla World Bank per fini operativi e di analisi. Le economie sono divise tra gruppi di reddito in base al reddito nazionale lordo (RNL) pro capite. Per l’anno fiscale 2016, vengono inseriti nel gruppo delle economie a basso reddito i paesi con un reddito nazionale lordo pro capite, calcolato con il metodo della World Bank Atlas, di 1.045 dollari o inferiore nel 2014. Economie a reddito medio sono quelle con un reddito nazionale lordo pro capite di oltre 1.045 dollari, ma meno di 12.736, mentre sono considerati ad alto reddito gli stati con un reddito nazionale lordo pro capite di 12.736 dollari o superiore. Le economie classificate come a reddito medio-basso e reddito medio-alto sono invece separate tra loro da un RNL pro capite di 4.125 dollari.
Il gap si allarga
Come mostrato in grafica il gap sta gradualmente accrescendosi. Dal 1960 a oggi le economie avanzate hanno aumentato considerevolmente la distanza con i paesi del Terzo Mondo. Nella visualizzazione sono state scelte tre nazioni rappresentative per ogni gruppo di reddito, a cui è stata aggiunta l’Italia, classificata tra gli stati a reddito alto.
Negli Stati Uniti si registra il più alto PIL pro capite del 2015, 56.115 dollari. A differenza delle altre tre economie ad alto reddito prese in considerazione, quelle di Giappone, Germania e Italia, gli Stati Uniti sono l’unico stato ad aver accresciuto il proprio PIL pro capite tra il 2010 e il 2015, rispondendo nel miglior modo alla Grande Recessione del 2008. L’Italia, che nel 2010 faceva registrare un PIL pro capite di 35.852 dollari, è passata, cinque anni dopo, a una cifra di 29.958 dollari.
La forbice si è gradualmente ampliata nel corso degli ultimi 50 anni. Nel 1960 il divario tra il PIL pro capite degli Stati Uniti e quello di paesi a basso reddito come Repubblica Centrafricana e Afghanistan era rispettivamente di 2.932 e 2.947 dollari. Cifre lontanissime dai 55.793 dollari che separano oggi l’economia statunitense da quella dello stato centrafricano, così come dai 55.522 $ di PIL pro capite che segnano il divario con l’Afghanistan.
Un paese classificato a basso reddito che ha invece saputo ridurre considerevolmente il dislivello di PIL pro capite rispetto alle grandi economie a reddito alto è la Repubblica di Korea. Tra il 1960 e il 2015 la Korea del Sud ha portato il proprio PIL pro capite da 156 dollari agli attuali 27.222 dollari, avvicinando i 29.958 dollari dell’Italia e in generale il PIL pro capire dei paesi considerati ad alto reddito.