Gran parte degli analisti concorda nel ritenere la pay tv tradizionale ormai posizionata su un inevitabile piano inclinato, schiacciata da un clima economico che in alcuni Paesi – Italia in testa – non favorisce, ma anche dalla concorrenza crescente delle telco e delle offerte di tv via internet: da Netflix, ad Amazon, a Now Tv (presente anche in Italia come Infinity, Chili Tv, Timvision, Vodafone Tv e via dicendo). La pay tv per come l’a si è intesa sinora appare sempre meno come la tv del futuro se si pensa che, anche guardando a un’altra area, quella dell’Europa dell’Est, l’ultima analisi di Digital Tv Research prevede una perdita di 1 milione di abbonati per il settore della tv pay tradizionale da qui a cinque anni. Anche negli Usa gli abbonamenti ai servizi di pay tv alla fine dello scorso anno si sono attestati a 93 milioni, contro i 95 del 2011.
Certo, è vero che ci sono Paesi come Svezia, Svizzera o Belgio in cui l’offerta classica di tv a pagamento in pratica raggiunge ogni famiglia. Dall’altra parte però è anche vero che ci sono Paesi, come Italia o Francia, in cui il comparto pay sta mostrando più di qualche scricchiolio.