A prima vista, il mercato sembra sottovalutare la convenienza del leasing per il consumatore.L’imposta di registro sull’acquisto è ridotta all’1,5%, non c’è l’imposta sostitutiva dello 0,25% che grava sui mutui e, più in generale, il leasing sembra allargare le possibilità di accesso al credito poiché, normalmente, è sufficiente disporre di un anticipo del 20%, peraltro neppure obbligatorio. Nel campo dei mutui, invece, un anticipo limitato al 20% si tradurrebbe in un loan-to-value dell’80%, normale alcuni anni fa, poco gradito dalle banche, o troppo oneroso, oggi. A favore del mutuo c’è il possibile ricorso alla “portabilità” gratuita del contratto verso un istituto con condizioni migliori, non previsto per il leasing. Mentre la legge assegna a quest’ultimo la facoltà di sospendere il pagamento delle rate fino a 12 mesi se si perde il lavoro. La vera arma in più del leasing, poi, riguarda le detrazioni fiscali. Infatti si porta in detrazione l’intero importo della rata e non solo la quota interessi come nel caso dei mutui. I vantaggi maggiori sono per i richiedenti sotto i 35 anni di età, che detraggono il 19% dei canoni di leasing, fino a un massimo di 8mila euro annui (quindi 1.520 euro) e alla fine del finanziamento il 19% del prezzo del riscatto, fino ad un importo massimo di 20 mila euro (3.800 euro annui).