In Europa nel 2016 – scrive Eurostat – c’erano 224 milioni di persone tra i 15 e i 74 anni occupate e 21 milioni di disoccupati. Nell’anno, inoltre, c’erano anche almeno 11,1 milioni di persone tra i 15 e i 74 anni “economicamente inattive”, ma con una relazione con il mercato del lavoro per cui si potrebbero considerare forza lavoro potenziale. Si tratta del 4,5% della forza lavoro europea. Quindi circa 8 lavoratori su 10 hanno lavorato a tempo pieno e 2 su 10 part-time. Tra questi 45,3 milioni di persone che lavorano a tempo parziale, 9,5 milioni erano sottooccupati, il che significa che volevano lavorare più ore e erano disponibili a farlo. Ciò corrisponde ad un quinto (20,9%) di tutti i lavoratori a tempo parziale e al 4,2% dell’occupazione complessiva nell’UE nel 2016. Due terzi di questi lavoratori a tempo parziale sotto occupato erano donne (65%).
Nell’Info Data è possibile apprezzare l’andamento dei lavoratori part-time (dato in migliaia di unità) sotto occupati nei vari Paesi d’Europa a partire dal 2008. Qui trovate il dataset
La quota più elevata di lavoratori part time partenariati in Grecia, la più bassa nella Repubblica Ceca
Nel 2016, la percentuale di lavoratori a tempo parziale sotto occupato tra i lavoratori a tempo parziale variava significativamente negli Stati membri dell’Ue. La maggior parte dei lavoratori part-time tra i 15 ei 74 anni ha voluto lavorare più ore in Grecia (74,1%), Cipro (63,7%) e Spagna (50,7%), seguiti da Portogallo (45,1%) e Slovacchia (43,5%). Al contrario, la Repubblica ceca (8,0%), Malta (10,8%), Lussemburgo (11,9%), Paesi Bassi (12,0%), Estonia (12,5%) e Germania (12,6%) hanno registrato le quote più piccole Dei lavoratori a tempo pieno sotto occupato. Va osservato che i lavoratori a tempo parziale sottooccupati sono prevalentemente donne in tutti gli Stati membri dell’Ue tranne la Romania, la Bulgaria e la Cipro.
Qui sotto invece l’Info Data rappresenta la cartina con i valore del part-time, sempre in migliaia di unità
In Italia? nel 2016 ci sono state oltre 3,2 milioni di personeche si sono dichiarate disponibili a lavorare ma non hanno fatto alcuna azione attiva di ricerca di un impiego, oltre un terzo degli 8,8 milioni complessivi in Europa. E’ quanto emerge dalle tabelle Eurostat sulle “Forze lavoro potenziali”, secondo le quali l’Italia registra un calo rispetto al 2015, ma resta saldamente in testa alla graduatoria degli sfiduciati. Se si guarda al totale delle forze complementari (compreso chi cerca lavoro ma non è subito disponibile), l’Italia registra nel complesso 3,34 milioni di persone alla finestra con un tasso del 13% (il 14% nel 2015) della forza lavoro (4,5% media Ue).
Qui sotto invece come viene spiegata da Eurostat la classificazione del lavoro.