Instagram continua a crescere e lo fa a passo rapido. Il social network, controllato da Facebook e usato per scambiare foto e brevi video, è arrivato a 800 milioni di utenti attivi al mese, 100 milioni in più rispetto ad aprile. Gli utenti che usano ogni giorno il social network sono 500 milioni. Questo significa che Instagram continua a tenere a distanza la rivale Snap, che ad agosto aveva 173 milioni di utenti attivi quotidianamente. L’applicazione, che basa la sua fortuna sulla condivisione di foto, si colloca al settimo posto nel ranking mondiale delle piattaforme social.
Instagram è a tutti gli effetti il social network dei Millennials. Infatti, più della metà (il 55%) degli utenti ha un’età compresa tra i 18 e i 29 anni. Mentre gli users over50 sono appena il 15%. Questo fatto rende la piattaforma perfetta per analizzare i gusti e le preferenze di una generazione sulla quale sono puntati i riflettori del dibattito pubblico e che rappresenta il futuro della società.
Su Instagram, infatti, le foto pubblicate dagli utenti vengono associate a degli hashtag, cioè parole precedute da un simbolo – il cancelletto (#) – che permettono alle immagini di essere raccolte e categorizzate.
Da una recente analisi sulle mete turistiche europee più “instagrammate”, la Tour Eiffel si è rivelata campionessa di hashtag, con ben 7,3 milioni di menzioni. Completano il podio il Muro di Berlino con 6,6 milioni di tag e il Big Ben a Londra. Delude, a sorpresa, la performance del Colosseo, che totalizza “appena” 1,8 milioni di foto.
Le cose cambiano se guardiamo alla classifica mondiale nel suo complesso. Così Disneyland in California ruba lo scettro alla torre parigina – che resta l’unico monumento europeo sul podio – totalizzando circa il doppio dei tag (14,6 milioni).
E il Colosseo? Scivola al 17esimo posto.
Un dato che va messo in relazione alla popolazione dei diversi Paesi e alla quota di utenti attivi che il social network conta in vari contesti, ma che ci dice qualcosa rispetto alle preferenze dei Millennials in termini di mete turistiche. C’è chi ha teorizzato che Instagram favorisca l’emergere di un bias generazionale, cioè una sorta di condizionamento a catena in base al quale i più giovani tenderebbero a visitare i luoghi dove i propri coetanei sono stati.
I dati sono stati diffusi da Statista (per maggiori informazioni vedi qui).