Tra Capo Verde e il Qatar, nello stesso gruppo del Costa Rica, degli Emirati Arabi, della Malesia e dell’Ungheria: l’Italia è al 69mo posto per l’efficienza del governo.
Una posizione nient’affatto lusinghiera, che abbiamo calcolato prendendo la media degli indicatori della Banca Mondiale. Sul podio salgono Nuova Zelanda, Svizzera e Norvegia, in quest’ordine. La Germania è 13ma e il Regno Unito si piazza al 15mo posto. La Francia e la Spagna, tanto per tenere due riferimenti sul mediterraneo, sono rispettivamente 31ma e 46ma; posizioni non di prestigio, certamente, ma almeno non occorre scendere molto le righe della classifica per trovare questi paesi.
Nella prima infodata è possibile osservare la classifica generale e, passando il mouse sopra il grafico di un paese, le voci di cui è composta. Il valore finale della classifica è calcolato come una media degli indicatori proposti dalla Banca Mondiale, i quali vanno da un massimo di 2,5 ad un minimo di -2,5 punti.
L’istituto finanziario internazionale ha raccolto i dati riguardanti sei indicatori: il controllo della corruzione, l’efficacia del governo, la stabilità politica e l’assenza di atti di violenza o di terrorismo, la qualità nelle leggi emanate, lo stato di diritto, le libertà di partecipazione ed espressione dei cittadini e dei media.
Come si può facilmente capire da questi parametri, nelle democrazie i risultati non sono legati a questo o a quell’esecutivo in carica, quanto piuttosto come il sistema-Paese gestisce nel suo complesso il funzionamento delle istituzioni politiche.
Il nostro paese va un po’ meglio, come è immaginabile, per quanto riguarda la stabilità politica e l’assenza di atti di violenza o di terrorismo, l’anticorruzione e la garanzia dello stato di diritto. Un po’ peggio sull’efficacia del governo, sulla qualità della legislazione e, sopratutto, sulle libertà di partecipazione democratica e indipendenza dei media, classifica nella quale scendiamo di molte posizioni.
In questa infodata, infine, è possibile osservare gli andamenti dei singoli indicatori selezionandoli con la barra in alto a destra. Per ciascuno viene mostrata una mappa con il focus sull’Europa, sul Mediterraneo, sulla vicina Asia e sull’America del Nord. Più sotto c’è grafico con la distribuzione, dove appare il valore dell’Italia per un colpo d’occhio immediato e infine l’andamento nel tempo disponibile per la serie e i punteggi da 1 a 100 (100 è il massimo) dell’ultimo anno in cui i dati sono presenti, nella quasi totalità dei casi è il 2016.