Quella aperta dai referendum lombardo-veneti di domenica scorsa è una trattativa potenzialmente enorme, che nelle due regioni può ricollocare competenze (e fondi per finanziarle) per 28 miliardi di euro. Ma i tempi non saranno brevi, ed è probabile che l’indicatore dei trasferimenti effettivi, se si muoverà, si fermerà sotto quel livello.
I 28 miliardi all’anno calcolati nel grafico sono la traduzione in euro della spesa che lo Stato effettua nei territori delle due regioni per le funzioni che secondo l’articolo 116 della Costituzione potrebbero essere assegnate alle amministrazioni territoriali. Si tratta di 23 settori di attività, che spaziano dall’istruzione ai beni culturali, dai trasporti fino alla giustizia di pace: il Veneto ha già preparato un disegno di legge per chiederli tutti e 23, e la Lombardia sembra intenzionata a imboccare una strada simile. Il risultato finale farebbe crescere di quasi il 77% le dimensioni del bilancio attuale della Lombardia, e del 71,6% quelle dei conti veneti. Ma la strada è lunga, e il percorso incerto Il risultato finale farebbe crescere di quasi il 77% le dimensioni dell’attuale bilancio lombardo e del 71,6% il bilancio veneto