Istat e l’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) disegnano una prima mappa dello stato del paesaggio italiano. Coordinato dall’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio del ministero dei Beni culturali, il lavoro dei due Istituti ha preso forma nel primo rapporto sulle politiche del paesaggio, documento che sarà presentato a Palazzo Altemps a Roma dove oggi e domani si terranno gli Stati generali del paesaggio.
Il rapporto intende rappresentare il punto di partenza di un nuovo modo di guardare alla gestione del territorio, forte anche delle rappresentazioni statistiche che, per quanto da affinare, dicono molto sulla salute dei nostri luoghi. Tradotto in termini assoluti, oltre 23mila chilometri quadrati della Penisola sono coperti da edifici, reti di trasporto, cemento, asfalto. Un incedere incalzante che negli anni Duemila portava a coprire otto metri quadrati di territorio al secondo. Il ritmo è poi rallentato, scendendo a 4 metri al secondo tra il 2013 e il 2015 e a 3 metri al secondo l’anno scorso. Il consumo, tuttavia, continua e quel che è peggio spesso senza criterio – emblematico il fatto che ci si è “mangiati” un quarto della superficie costiera entro i trecento metri dal mare, quella in fascia protetta – quando non in maniera abusiva.