I mesi di crescita ormai sono dieci. Da quasi un anno, ininterrottamente, i ricavi dell’industria sono in progresso, grazie a una risalita congiunta che riguarda sia la domanda interna che l’export. Agosto, certamente “magro” in termini di volumi e soggetto a maggiore volatilità, si inserisce comunque a pieno titolo in questo trend, presentando un fatturato industriale in crescita tendenziale del 3,4%, di due punti nel confronto con il mese precedente. L’indice destagionalizzato scatta così a quota 105,7, il massimo da dicembre 2011.
Aumenti legati sia al mercato interno (+2,3) che a quello estero (+5,7%) con i progressi più consistenti per i beni di consumo durevole e i beni intermedi.
Pesa sulle medie Istat la frenata dei mezzi di trasporto (-9,5%), mentre altrove, ad eccezione del tessile-abbigliamento, vi sono soltanto segni più. Un contributo rilevate è offerto in generale dall’area della meccanica, con metallurgia e prodotti in metallo in crescita di oltre 10 punti, mentre per i macchinari il progresso è dell’8,8%. Anche se agosto, come detto, è un mese a scartamento ridotto e la volatilità è ampia, le indicazioni sugli ordini paiono confermare le migliorate prospettive dei prossimi mesi, con commesse in crescita del 12,2%, esito anche in questo caso di uno scatto corale che riguarda sia la domanda interna che l’export. Un dato significativo anche perché si confronta con un agosto 2016 particolarmente tonico: allora la crescita degli ordini fu del 16,5%.