A livello di zona euro, la crescita è prevista al 2,2% quest’anno, al 2,1% l’anno prossimo, e all’1,9% nel 2019. Per l’anno prossimo la differenza rispetto alle stime della primavera scorsa è notevole. In maggio l’esecutivo comunitario prevedeva nel 2018 una espansione dell’economia dell’1,8% del prodotto interno lordo. In una conferenza stampa qui a Bruxelles, il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici ha parlato di «crescita più robusta».
Mentre la disoccupazione è in calo, l’occupazione è a livelli mai visti prima, ha sottolineato l’uomo politico francese. Ciò detto, il commissario ha fatto notare che le riprese del passato – nel 1975, 1982 e 1993 – erano state più vigorose. La ragione è da attribuire a una recessione assai più grave provocata da una bolla finanziaria e debitoria. Su questo aspetto, il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha osservato che «in alcuni paesi la manodopera rimane sotto utilizzata».
Stona in questo quadro la situazione della Gran Bretagna, entrata in una fase di rallentamento prolungato. Secondo Bruxelles, la crescita britannica potrebbe calare gradualmente dall’1,5 nel 2017, all’1,3% nel 2018, fino all’1,1% nel 2019. Il commissario Moscovici ha insistito per sottolineare che la previsione si basa sulla «ipotesi tecnica» di una continuazione dello status quo, ossia sulla continua partecipazione del paese al mercato unico. Peccato che nel 2019 il paese dovrebbe uscire dall’Unione.