Alla fine del 2016, i diversi conflitti in corso nel mondo hanno spinto 65,6 milioni di persone a fuggire dalle loro case. Sono più degli abitanti dell’Italia. Nel 2016 si contano anche più di 40 milioni di profughi interni (cioè persone rimaste nel loro Paese ma costrette ad abbandonare le zone di conflitto), mentre altri 22,5 milioni sono stati classificati come rifugiati e i richiedenti asilo erano quasi 3 milioni.
Secondo l’Institute for Economics and Peace i conflitti e le violenze ci sarebbero costati 13,6 trilioni di dollari nel 2015 per salire a 14,3 trilioni nel 2016. Vediamo di entrare un po’ di più nel dettaglio di questi numeri. Spese militari (5,6 trilioni di dollari) e la sicurezza interna (4,9 trilioni di dollari) si portano via oltre due terzi della spesa in conflitti armati. Quello che è cambiato più dei singoli costi e il numero di conflitti. In dieci anni (dal 2006 al 2016) siamo passati da 278 conflitti politici a 402. I conflitti di media intensità – o le crisi violente – hanno registrato il maggiore aumento, passando da 83 nel 2006 a 188 nel 2016. La regione che ha registrato il maggior aumento dei conflitti dal 2006 e il numero più alto all’anno (118 in media) è stata l’area asiatica.
Tra i conflitti, la guerra in corso in Siria ha avuto le conseguenze più drammatiche, con 6,3 milioni di sfollati all’interno del paese. Altri 5,5 milioni sono diventati rifugiati. Sono numeri drammatici, più alti di qualsiasi nazione. A parte la Siria, gli altri paesi che hanno registrato il maggior numero di rifugiati tra il 2015 e il 2016 sono stati l’Afghanistan (2,5 milioni), il Sud Sudan (1,4 milioni), la Somalia (1,0 milioni) e il Sudan (0,65 milioni).