Il vincitore è la musica in streaming e questo è fuori di dubbio. Chi ne sta facendo le spese sono le vendite in download, le copie digitali di canzoni scaricare sullo smartphone o sul pc.
Le statistiche, che provengono dal rapporto di fine anno del 2017 appena pubblicato dalla RIAA (l’associazione che riunisce le case discografiche mondiali sul mercato Usa. Mostrano che il download digitale è sceso a 1,3 miliardi di dollari lo scorso anno, mentre i media fisici (cd e vinile), pur diminuendo, sono atterrati a quota 1,5 miliardi. Quindi paradossalmente tengono di più gli oggetti, la musica che si tocca e si compra come avveniva una volta. Anche perché tra possedere una traccia digitale e un disco, il supporto fisico diventa oltre che un ricordo un qualcosa da mostrare, da maneggiare quando si ascolta la musica, da collezionare insieme alle cose più care che abbiamo. Detto questo chi ha vinto è però lo streaming, la musica fluida per eccellenza. Nel 2016, l’industria musicale ha prodotto per la prima volta più della metà delle entrate derivanti dallo streaming e la crescita è proseguita anche nel 2017. L’anno scorso quasi i due terzi di tutti i ricavi – oltre 5,7 miliardi – provenivano dallo streaming, con un incremento di 43 per cento.
Qui alcuni grafici.
