Per “Rimessa” si intende un trasferimento unilaterale di denaro effettuato da un lavoratore immigrato a favore di una persona residente nella nazione natale e che nel caso di paesi in via di sviluppo costituisce uno dei flussi finanziari fondamentali sia per il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie, sia per lo sviluppo delle economie più acerbe.
Nell’infografica che segue sono riportati i dati per quanto riguarda le rimesse in Italia dal 2005 al 2017 ripartite per anno, regione, province e paese di arrivo del trasferimento.
Ogni grafico è interattivo e permette di filtrare a più livelli gli altri elementi cliccando sui singoli valori.
In aggiunta, interagendo con i marker circolari di ogni nazione, oltre a filtrare gli altri grafici è possibile consultare il trend temporale per il paese selezionato.
Secondo i dati raccolti da Banca d’Italia, il fenomeno delle rimesse degli immigrati ha visto un costante aumento dal 2005 culminato nel 2011 a quota 7,3 miliardi di Euro ma che poi nel biennio 2012/2013 ha subito un netto calo (rispettivamente 6,8 e 5,5 miliardi) fino ad attestarsi sui cinque miliardi registrati sia nel 2016 che nel 2017.
Sull’arco temporale dei dodici anni presi in esame, le regioni maggiormente coinvolte dal fenomeno sono comprensibilmente quelle con il maggior numero di abitanti e, senza troppe sorprese, Lazio (18,1 miliardi) e Lombardia (16), guidano la graduatoria a cui fanno seguito sotto i dieci miliardi di uscite Toscana (7,9), Emilia Romagna (5,4) e Veneto (5,2).
Dal punto di vista della distribuzione per province (filtrabile anche per regione interagendo con la mappa dell’Italia), nella top10 in cui compaiono in vetta Roma (17 miliardi) e Milano (9,8), in terza posizione si trova Prato (2,7) che, nonostante una popolazione al di sotto dei duecento mila abitanti, forte della sua comunità cinese, genera un flusso monetario in grado di superare città ben più popolose come Napoli (2,6).
Come indicato dai numeri, il trend del fenomeno è decisamente in calo dal 2011, ma interagendo con la mappa dell’Italia è possibile notare come da un lato ci siano regioni che, probabilmente per via del loro peso sul totale, rispecchiano l’andamento complessivo come il Lazio e la Lombardia, mentre dall’altro ci sono casi che nell’arco dei dodici anni esaminati presentano trend temporali differenti.
In Emilia Romagna ad esempio, prendendo come riferimento il valore massimo registrato nel 2011 analogamente al resto della nazione, il picco di 476 milioni di euro non si discosta così tanto dai 429 milioni del 2008 e ancora di meno dai 464 dello scorso anno, sintomo di una situazione che non pare aver risentito della flessione a livello italiano.
Ci sono poi regioni in cui l’andamento delle rimesse è decisamente in contro tendenza se confrontato con il trend nazionale: Puglia, Basilicata, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia hanno infatti chiuso il 2017 con i valori massimi degli ultimi dodici anni.
Dove finisce il denaro “italiano” nel mondo?
Tra le destinazioni principali del capitale italiano, Cina (16,7 miliardi), Romania (10,4) e Filippine (6,6) sono i paesi che dal 2005 hanno ricevuto complessivamente il maggior volume di Euro, anche se è da notare come l’andamento temporale di queste tre nazioni mostri un netto calo che in due casi due su tre (Cina e Filippine) è addirittura in picchiata rispetto a 5-6 anni fa.
Selezionando solo i valori relativi al 2017, appare piuttosto chiaro come la distribuzione geografica delle rimesse, pur presentando il valore massimo in Romania (anche se la differenza con gli altri paesi è nettamente più contenuta), metta in evidenza altre nazioni tra i principali beneficiari dei trasferimenti di denaro.
Nello specifico, sempre in riferimento allo scorso anno, il subcontinente indiano è in drastica ascesa come dimostrano Bangladesh (532 milioni), India (293), Sri Lanka (280) e Pakistan (232) che fanno tutti e quattro registrare i valori massimi nel periodo esaminato.
E se la distribuzione nel mondo varia in base agli intervalli temporali, è altrettanto vero che questa cambia anche in funzione della regione italiana da cui parte il denaro.
Se la Cina è la destinazione preferita dai lavoratori stranieri residenti in Toscana, il Sud America è la zona geografica preferita dagli immigrati che lavorano in Liguria destinando gran parte delle rimesse tra Ecuador e Perù.