Il cuoio a San Miniato, le attività portuali a Livorno. Eccola qui l’Italia dei distretti industriali. Oltre 600 unità territoriali, ciascuna con una specifica vocazione. O quasi, dato che 34 vengono definiti da Istat, che ne censisce i dati relativi ad occupazione e fatturato, come sistemi locali non specializzati. Prima di proseguire nell’analisi, però, ecco la mappa dell’Italia disegnata senza seguire i confini amministrativi, ma quelli economici:
Ad ogni colore corrisponde una delle 16 specializzazioni individuate dall’istituto nazionale di statistica. Per capire di cosa si tratti, basta passare su uno dei quadrati colorati della legenda in basso a destra. Questa legenda funziona anche da filtro: se si clicca su uno dei quadrati, la mappa mostra in automatico solo i territori che presentano la relativa specializzazione.
Se, ad esempio, si clicca sul quadrato arancione, quello relativo ai distretti ad alta specializzazione, si scoprirà che in Italia sono cinque. E gravitano intorno a Milano, Roma, Torino, Trieste e Bologna. In basso a sinistra è presente anche un filtro territoriali: utilizzandolo è possibile stringere la mappa su una singola regione. Nel contempo, la legenda mostrerà solo i colori relativi ai distretti effettivamente presenti nel territorio selezionato.
Tornando al quadro generale, si potrà notare un colore tra il verde e l’azzurro diffuso in larghe fette del Mezzogiorno. Turismo, si potrà immaginare. Nient’affatto: questi sono i distretti che Istat censisce come non specializzati. I distretti nei quali la vocazione principale è quella turistica sono rappresentati in viola. E, se si sceglie di visualizzare solo questi, si vedrà che sono concentrati maggiormente lungo l’arco alpino che sulle coste italiane. In particolare, quasi tutto il Trentino Alto Adige vede quello turistico come il principale settore di attività. Circostanza che invece ci si potrebbe aspettare di vedere nel Sud Italia. E invece le Dolomiti diventano “materia prima” più di qualunque spiaggia italiana.