Uno su cinque si affida al biologico, più o meno gli stessi si definiscono reduceriani. Ovvero cercano di ridurre il consumo di carne. Quando si parla di stili alimentari che strizzano l’occhio alla salute, sono queste le due scelte più diffuse tra gli italiani. A dirlo è l’indagine “Stili d’Italia”, realizzata nel corso del 2018 da Italiani.Coop.
Secondo la quale il 19% degli italiani sceglie frutta e verdura biologica, mentre il 18% riduce l’apporto di proteine animali. Curioso notare che la quota di chi sceglie una dieta iperproteica (7,1%) supera sia i vegetariani (6,7%) che i vegani (3,6%). Tra le altre opzioni di risposta ci sono i pescetariani (4,2%), ovvero coloro che assumono proteine animali solo mangiando pesce, e coloro che digiunano (5%), ritenendo che questa pratica risulti salutare.
La scelta di consumare prodotti biologici (23,7% contro 14,3%), di ridurre il consumo di carne (22,5 contro 13,7%) o di tagliarla del tutto diventando vegetariani (8,4 contro 5%) è più diffusa tra le donne che tra gli uomini. Tra questi ultimi è invece più popolare la dieta iperproteica, seguita dall’8,2% degli uomini contro il 6% delle donne.
Smentendo qualunque luogo comune sull’essere le regioni più ancorate alle tradizioni gastronomiche, sono le regioni del Sud quelle nelle quali gli stili alimentari presi in considerazione nell’analisi sono i più diffusi. Senza alcuna eccezione, la percentuale registrata nel Mezzogiorno è la più alta d’Italia.
Se si guarda all’età, invece, il discorso è decisamente più variegato. Nella fascia tra i 56 ed i 65 anni si trovano infatti i campioni del reducerianesimo: uno su quattro, infatti, riduce i consumi di carne. Il veganesimo, scelta che va nella stessa direzione ma in maniera decisamente più radicale, visto che non prevede il consumo di alcun alimento di origine animale, è invece più diffuso tra i giovani: il 5% di chi ha tra i 18 ed i 35 anni segue infatti questo stile alimentare, contro appena l’1,2% della fascia più anziana presa in considerazione.
Discorso analogo per quanto riguarda la dieta iperproteica, che invece va nella direzione opposta rispetto alle due poco sopra citate. La segue il 10,6% degli under 35, contro appena il 3,7% di chi ha tra i 56 ed i 65 anni. Gli altri stili alimentare, invece, hanno una diffusione tutto sommato omogenea tra le varie fasce d’età. Il che rende impossibile tracciare un profilo dell’italiano che assume stili alimentari che ritiene più efficaci per la salute.
L’indagine “Stili d’Italia” è stata condotta da Italiani.Coop con metodologia Cawi (interviste on-line) su un campione di 7000 individui, rappresentativo della popolazione 18-65 anni per fascia di età, genere ed area geografica di residenza.