Visto che l’anno sta per finire noi di Info Data vi proponiamo di scoprire come vivremo da anziani in quattro rapide mosse.
Primo: calcolate, se non lo sapete già come sarà la vostra pensione. Lo potete fare cliccando qui. Basta inserire data di nascita, anzianità, reddito annuo netto e previsione di carriere.
Secondo: scoprite qui sotto dove sono le città che denunciano una pensione più alta della vostra. O più bassa. Insomma, dove andare a vivere per non sentirsi economicamente troppo diversi. In Italia il 36% dei redditi denunciati lo scorso anno deriva da una pensione. Ora, in media in Italia il 35,78% dei cittadini che lo scorso anno ha dichiarato un reddito, lo ha guadagnato grazie ad una pensione. Si tratta di una persona su tre. Nel 65,1% dei casi la pensione non supera la soglia dei 750 euro. Ci sono però delle zone d’Italia in cui questo fenomeno è più intenso che in altre. Lo si può vedere osservando questa mappa:
I comuni colorati di arancione sono quelli in cui la percentuale di redditi da pensione è superiore alla media nazionale, quelli in tinta azzurra presentano invece una quota inferiore al dato complessivo. I filtri permettono di concentrarsi su una singola regione oppure su una provincia.
Terzo: scoprite se i vostri consumi sono sostenibili. Non solo i vostri ma quello della vostra famiglia. Questo tool misura i consumi delle famiglie. Inserendo i dati relativi alle proprie spese (stimate su base annuale) è possibile, con un semplice click, vedere se gli importi sono in linea con le medie 2018 registrate a livello nazionale oppure se si spende troppo (di più) oppure poco (meno) rispetto ai budget indicati per singolo prodotto o servizio. Quella dell’Istat sui consumi delle famiglie è un’indagine condotta annualmente che consente di fotografare un paniere di spesa, rielaborato dal Sole 24 ore a parità di potere di acquisto (prendendo il 2018 come anno di riferimento), che tiene conto di ben 274 voci, suddivisi in 12 ambiti di consumo. Il confronto con le proprie spese è possibile per una selezione di dieci prodotti esemplari. E’ vero che da anziani si consuma di meno e in modo diverso. Per esempio, magari meno cibo ma più farmaci. Tuttavia, un confronto con i consumi da giovani può essere utile in previsione di quello che saremo da vecchi.
Sono 12 milioni i nonni in Italia, uno su tre si occupa tutti i giorni dei nipoti e in tantissimi impiegano l’eccedenza mensile di denaro per aiutare figli e familiari. A loro è dedicata la festa che si è celebrata martedì scorso. L’Italia è il paese con il più alto tasso di over 65 rispetto alla popolazione di età compresa fra i 15 e i 64 anni. Il 35% degli italiani nel 2017 ha più di 65 anni, cinque punti percentuali sopra rispetto alla media europea. Complessivamente in 20 anni la percentuale di europei anziani è passata dal rappresentare il 22.5% della popolazione, al 30%.
La notizia è positiva, perché significa che gli italiani hanno un’aspettativa di vita alta, dato confermato in più occasioni. Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che si tratta di un esercito di persone, molte delle quali fanno fatica a prendersi cura di sé e a eseguire le attività quotidiane di base, come evidenziano i dati raccolti nell’ultimo rapporto annuale di OsservaSalute , che raccontano come stanno quelle persone che a causa di problemi di salute, convivono con delle limitazioni gravi e non gravi nelle proprie attività quotidiane, che durano da almeno 6 mesi. Si tratta di persone che vivono in famiglia (sono state intervistate 16 mila famiglie), sono quindi esclusi gli ospiti presso strutture sanitarie o simili.
Quali sono le difficoltà
Il 9% degli over 65 intervistati (uno su dieci) ha difficoltà a vedere, il 19% (uno su quattro) a sentire, il 35% (uno su 3) a camminare per più di 500 metri, e sempre uno su tre non riesce a salire o scendere una rampa di scale.
Un over 65 su 10 fra chi ha una qualche limitazione, precisamente l’11,2% di loro, ha molta difficoltà o non è in grado di svolgere le attività quotidiane di cura della persona senza ricevere alcun aiuto, quali mangiare da soli anche tagliando il cibo, sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia, vestirsi e spogliarsi e usare i servizi igienici, fare il bagno o la doccia. La percentuale di persone non autonome in queste attività si attestano al 3,2% tra gli anziani di età 65-74 anni, al 12,0% tra quelli della classe di età 75-84 e al 36,2% tra gli ultra 85enni.
Qui emerge il gap fra nord e sud: nel Meridione il 14% degli over 65 con limitazioni dichiara di avere difficoltà nella cura della propria persona, contro il 9% del nord e il 12,7% del centro.
Nel dettaglio, in Calabria, in Puglia e in Umbria, Abruzzo e Sardegna questa percentuale supera il 25%, mentre rimane intorno al 15% in Veneto (ha difficoltà nella cura di sé il 13,6% degli over 65), in Valle d’Aosta (10%), in Piemonte (15,5%) e nella Provincia Autonoma di Trento (16%).
Per quanto riguarda invece le attività domestiche di base al di là della cura della persona, ben il 30,3% degli ultra 75enni ha molta difficoltà o non è in grado di usare il telefono, di assumere autonomamente le proprie medicine e di gestire le risorse economiche, preparare i pasti, fare la spesa, svolgere attività domestiche leggere e svolgere occasionalmente attività domestiche pesanti. Sono difficoltà che riguardano il 13% dei 65-74 anni, il 38,0% dei 75-84 anni e addirittura sette ultra 85enni su dieci.
Dolore fisico e malessere psicologico
Un aspetto spesso poco trattato è quello del dolore fisico, che riguarda il 56% degli italiani con più di 65 anni che hanno una qualche forma di limitazione. Questa percentuale di persone dichiara un dolore da moderato a molto forte. Fra chi non ha queste limitazioni, soffre di dolore fisico il 16,2% degli over 65. Circa il 20% degli over 65 con limitazioni invece dichiara di convivere con un disturbo depressivo, più o meno grave.
Chi ha più bisogni, ha meno supporto
Il paradosso è che chi fra gli over 65 ha questo tipo di limitazioni nelle attività quotidiane può contare in realtà su un minor supporto sociale rispetto alle persone di pari età senza limitazioni. Considerato che quasi il 100% degli over 65 italiani riceve un qualche aiuto, anche solo da parte dei familiari, fra chi ha limitazioni la fetta di chi riceve un supporto debole è maggiore rispetto gli over 65 sani, mentre è minore la percentuale di chi riceve un aiuto forte nelle attività quotidiane.
Dichiara di ricevere un forte supporto sociale il 25,3% delle persone con limitazioni – una persona su quattro – contro il 26,7% delle persone senza limitazioni. A questi si aggiunge un altro 53,8% di persone che percepisce un livello di supporto sociale intermedio, contro il 56,9% delle persone senza limitazioni.
Le differenze regionali sono comunque molto forti. In Umbria il 41% degli over 65 con limitazioni riceve un supporto forte. Segue la provincia autonoma di Trento con un 34,6%, Bolzano con un 32% e la Calabria con un 31% di queste persone fortemente aiutate nelle loro attività quotidiane. In diverse altre regioni non si arriva nemmeno al 20%: Marche, Lazio, Puglia e Valle d’Aosta.