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cronaca

Epidemia Covid-19: la mappa sulla mortalità città per città dal 2015 a marzo di quest’anno

Con il diffondersi dell’epidemia Covid-19 al Nord i decessi sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-19. Il dato emerge dalla nota esplicativa dell’Istat che accompagna i dati sulla mortalità registrata in Italia da quando è scoppiata l’epidemia da Covid-19. Nell’analisi, che tiene conto di 1.084 comuni (circa un ottavo del totale), si evidenzia in particolare la situazione del comune di Bergamo, dove i decessi sono quasi quadruplicati passando da una media di 110 casi nel 2015-2019 a 430 nel 2020 ( periodo dal 24 febbraio al 21 marzo).

Incrementi della stessa intensità, quando non superiori interessano la maggior parte dei comuni della provincia bergamasca, epicentro del contagio. Qui le cronache locali (si veda l’inchiesta pubblicata il 1 aprile su l’Eco di Bergamo) hanno evidenziato anche un notevole scostamento tra i decessi ufficiali e i dati diffusi dalla Protezione civile sui positivi al coronavirus.

Situazioni particolarmente allarmanti si riscontrano anche nella provincia di Brescia, nel cui capoluogo i decessi nelle prime tre settimane di marzo sono più che raddoppiati: da 166 nel 2015-2019 a 312 nel 2020. Va ancora rilevato come incrementi superiori al 200% rispetto alle medie di lungo periodo siano presenti anche in capoluoghi come Piacenza o Pesaro.

I dati dell’Istat sulla mortalità ufficiale verranno costantemente aggiornati ed estesi ad un numero sempre maggiore di comuni in modo da rendere disponibile alla comunità scientifica, ai decisori e ai cittadini dati di dettaglio utili per la comprensione dell’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità complessiva. Questi dati sono stati anche analizzati da alcuni importanti istituti di ricerca.

Nel frattempo, noi di Infodata, abbiamo deciso di rendere fruibili questi dati in modo interattivo. E’ possibile cercare quante persone sono morte nel proprio comune e magari confrontarle con i dati ufficiali della protezione civile sui decessi da Covid-19, difficilmente reperibili su base comunale (la Protezione civile e le regioni non li pubblicano).

I dati rappresentano la somma, per ciascun comune, dei decessi registrati nel periodo dal 24 febbraio al 21 marzo dei diversi anni considerati. I comuni rappresentati sono solo quelli che hanno comunicato i dati, circa un ottavo del totale.

Ultimi commenti
  • Lorten |

    Inoltre, sul sito della Johns Hopkins University https://coronavirus.jhu.edu/map.html
    fonte dalla quale dichiarate di riportare i dati non è mai citato il “case fatality rate”, forse perché non vogliono prendere posizione fra le differenti modalità di calcolo applicabili, vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Tasso_di_letalit%C3%A0 .
    Dovendo però scegliere fra le due più semplici, dividere per i casi totali da inizio epidemia o per quelli correntemente risolti, è innegabile che quest’ultima sia più rappresentativa dell’altra in quanto la prima dà il risultato che si avrebbe se tutti i casi correntemente infetti si risolvessero senza un solo decesso, il che è del tutto irrealistico, mentre la seconda ipotizza che la % di deceduti sui casi correntemente risolti si manifesti anche su quelli non ancora chiusi.
    Suggerirei infine la lettura di un articolo su Ro ed Rt qui https://jmxzf.blogspot.com/

  • Lorten |

    Il tasso di letalità viene da voi calcolato come rapporto fra deceduti e casi totali da inizio epidemia cfr. https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/ e non come rapporto fra deceduti e casi correntemente “risolti” (pari alla somma fra guariti e deceduti) come qui viene calcolato https://www.worldometers.info/coronavirus/
    Per l’Italia non cambia molto ( 14.3% invece che 15% ), ma ciò deriva dal fatto che in una fase avanzata dell’epidemia la differenza fra total cases e closed cases pari agli “attualmente positivi” è piccola in % (per l’Italia attualmente è di circa il 5%), ma per molti altri paesi è rilevante. Ad es. per la Francia sul vostro sito è riportata una letalità del 14,2% mentre quella effettiva è pari al 28% che è il doppio (!); la Spagna non ha l’11%, ma il 19%, https://www.worldometers.info/coronavirus/country/france/ (UK, Olanda, Svezia NON danno dati ufficiali sui “closed”, chissà perché…) mentre il Belgio ha un effettivo 36% (!) invece del 15,4 % da voi attribuito, Israele ha un comunque molto basso 2%, ma non l’irrealistico 0.8% da voi attribuito. E si potrebbe continuare… con gli USA al 7% e non al 3.8%, ma concluderei con il dato globale che, con il calcolo corretto, risulta del 7% e non del 4,2 % (sorvolando ovviamente sull’incertezza dei dati a livello “mondo”…).

  • Andrea Gianotti |

    Buongiorno, la fonte è Istat.

  • Paolo Maranzano |

    Buongiorno,
    è possibile sapere la fonte dei dati comune per comune? è possibile avere il dataset completo? Potrebbero tornare molto utili per fini di ricerca scientifica.

  • Antonio |

    Perché non dicono questi dati in televisione?

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