Macron vuole “emmerder” i no-vax che vuole dire “rompere le … a chi non si vaccina”. In Italia è stato introdotto l’obbligo di vaccino per gli over 50, una misura che dovrebbe riguardare poco più di 2 milioni di persone. In Germania è stato introdotto un “lockdown” ai vaccinati. Nel complesso l’Europa che è il continente che più di altri ha subito la quarta ondata anche per questo un po’ tutti i governi del Vecchio continente stanno accelerando sulle misure di contenimento del contagio riducendo tra le altre cose l’area delle persone che non hanno ricevuto dosi di vaccino per loro volontà. Parliamo complessivamente di una minoranza della popolazione. Secondo i dati dell’Ecdc, in Europa sette persone su dieci hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Quello che emerge con chiarezza almeno nelle economie avanzate è la volontà dei governi di proteggere le persone più fragili dall’infezione allargando progressivamente in modo più o meno surrettizio (gren pass o obbligo vaccinale) la platea dei vaccinati.
Nel resto del mondo le cose non vanno così bene. Nel 2021 sono state prodotte 11,2 miliardi dosi di vaccino e ne sono state somministrate globalmente 9,2 miliardi. Secondo le previsioni di Airfinity diffuse dalla Biotechnology Innovation Organization (BIO), dal Developing Countries Vaccine Manufacturers’ Network (DCVMN) e dalla International Federation of Pharmaceutical Manufacturers and Associations (IFPMA), se la produzione continua al ritmo attuale, entro la fine della prima metà del 2022 potrebbero essere prodotte un totale di 19,8 miliardi di dosi di vaccino, equivalenti a 2,5 dosi per ogni persona nel mondo.
Come sono distribuite le dosi nel mondo? Su questo blog seguiamo dall’inzio il piano Covax e tutte le iniziative per portare i vaccini in tutto il mondo. Ma ad oggi gli sforzi sono mortificanti. Come calcola Our World in Data solo l’8,8% delle cittadini dei Paesi a basso reddito sono stati vaccinati.
Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica BMJ Global Health ha stimato che in Africa meno dell’1,6% della popolazione africana è stata completamente vaccinata, con doppia dose, dopo 18 mesi dall’introduzione della vaccinazione Covid-19. La stima si riferisce alla popolazione residente negli Stati dell’ECOWAS – Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale che comprende Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Togo e rappresenta 410 milioni di persone, ovvero circa il 5% della popolazione mondiale. Qui trovate la dashboard dell’Oms
Perché parlare adesso di disuguaglianza vaccinale nei Paesi poveri? Non è una posa intellettuale e buonista per alzare “la palla” e indicare altrove la soluzione di problemi locali. A meno di tornare all’età moderna è difficile in questo momento immaginare una globalizzazione delle merci e delle persone diversa da quella a cui siamo abituati. Come è difficile immaginare un mondo chiuso nei confini e negli spostamenti. Come spiega bene Maria Van Kerkhove, responsabile tecnica per la pandemia di Covid dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non esiste il rischio zero: “Continueremo a vedere emergere varianti dove le persone non sono protette. Puoi continuare a somministrare booster alla tua popolazione, ma non sarà mai al sicuro finché altre persone nel mondo non saranno al sicuro. La disuguaglianza nell’accesso ai vaccini non è uno slogan, è reale e le persone stanno morendo. Abbiamo bisogno di molte più persone che combattano per questo“.