Il dato medio europeo dice che la pandemia da nuovo coronavirus, con il suo impatto sui sistemi sanitari, è costato ai cittadini europei una contrazione della speranza di vita dell’1,47% in due anni. Detto altrimenti, i nati nel 2021 possono aspettarsi di vivere 1,2 anni in meno rispetto ai loro “colleghi” del 2019.
I numeri arrivano da Eurostat, che ha aggiornato appunto al 2021 i dati relativi alla speranza di vita alla nascita al livello Nuts2. Ovvero quel codice statistico che individua quelle che in Italia vengono chiamate regioni. InfoData ha utilizzato questi dati per calcolare la variazione percentuale nei primi due anni di pandemia. Il dato è visualizzato nella mappa che apre questo pezzo: il colore vira dall’arancione all’azzurro a seconda che il valore sia in calo o in aumento. Il filtro nella parte bassa (in alto a sinistra per chi leggesse da desk) consente di visualizzare la mappa di una singola nazione.
Il calo maggiore lo si è registrato nella regione dello Severen tsentralen, nel nord della Bulgaria, dove la speranza di vita è scesa del 5,63%, passando da 74,6 a 70,4 anni. Ma in generale quella bulgara è la nazione che ha pagato il prezzo più alto in termini di contrazione della speranza di vita alla nascita. Le sue sei regioni, infatti, occupano i primi sette posti di questra poco lusinghiera classifica. Unica “intrusa” la regione slovacca Východné Slovensko (-4,77%), dove si è scesi dai 77,6 anni del 2019 ai 73,1 del 2021.
Più in generale, sono le nazioni che una volta si trovavano oltre la cortina di ferro ad aver registrato la maggiore contrazione percentuale di questo indicatore. Ci sono, va detto, anche regioni europee nelle quali, nonostante la pandemia, la speranza di vita alla nascita è cresciuta. Si trovano in Portogallo, Grecia, Svezia, Finlandia, Belgio, Danimarca e Spagna. Tra queste spicca Madeira, l’isola portoghese che ha dato i natali a Cristiano Ronaldo, dove tra il 2019 ed il 2021 la speranza di vita è salita dell’1,14%, passando da 78,8 a 79,7 anni.
Le regioni italiane, invece, hanno tutte registrato una contrazione della speranza di vita. Risultato peggiore in Molise, dove si è passati da 83,6 a 81,6 anni (-2,39%). Al contrario, la variazione minore la si è avuta in Basilicata, dove il passaggio da 83 a 82,7 anni ha significato una riduzione di appena lo 0,36% della speranza di vita alla nascita. Il lato positivo, certificato dalla stessa Eurostat, è che il nostro paese resta uno di quelli con la più alta speranza di vita.
Un bimbo nato in Italia nel 2021, infatti, aveva davanti a sé 82,7 anni di vita. Valori più alti si sono registrati solo in Spagna (83,3) e in Svezia (83,1). Guardando al dato a livello di Nuts2, quella di Madrid è la regione con la più alta speranza di vita (85,4 anni), seguita dalla spagnola Navarra (84,8) e dall’isola finlandese di Åland (84,6). Dopo la Castiglia, sempre in Spagna (84,3) si incontra la provincia autonoma di Trento, che con i suoi 84,2 anni è la quinta regione europea con la più alta speranza di vita alla nascita dopo due anni di pandemia.