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La mappa della materia oscura che conferma la teoria di Einstein

Sappiamo ancora poco sulla materia scura. E’ materia che, per quanto ne sappiamo, ha solo interazioni gravitazionali che possiamo provare a calcolare e simulare. Inoltre,, la materia oscura non è più considerata la più strana fonte di gravità nell’universo . Quell’onore ora spetta all’energia oscura, una fonte più uniforme di gravità repulsiva che sembra ora dominare l’espansione dell’intero universo. Per essere approssimativi, il 75% di quello che c’è nell’universo sarebbe energia oscura, il 21% circa materia oscura e solo il 4,5% materia visibile

Per dirla in altra maniera, non interagisce con la luce, non assorbe né emette in nessuna lunghezza d’onda, ma la materia oscura esiste.  La mappa che vedete sopra nasce dalla ricerca  di scienziati dell’Atacama Cosmology Telescope (Act).

Come si disegna la mappa di qualcosa che non si può vedere?

L’esistenza della materia oscura la percepiamo attraverso i suoi effetti gravitazionali. Vuole dire che la sua presenza altera il tessuto spazio-temporale, e quindi genera una distorsione della luce, questo  fenomeno è noto come lente gravitazionale. Quindi per quanto trasparente, quando la osserviamo la sua presenza viene svelata dalla deformazione che produce sulla luce emessa – o riflessa – da ciò che le sta dietro.  Gli scienziati sono partiti dall’analisi della radiazione cosmica di fondo a microonde  che sarebbe quel segnale luminoso generato dal Big Bang che ci fornisce un’immagine dell’Universo primordiale. Con opportuni calcoli matematici, spiega il sito dell’Istituto nazionale di astrofisica  “hanno di ricostruire a ritroso la forma e la disposizione delle lenti stesse – vale a dire, degli agglomerati di materia oscura“.

Qui sotto l’infografica che spiega il metodo eseguito.

Il procedimento seguito per produrre la mappa della distribuzione della materia oscura analizzando il suo effetto di lente gravitazionale sulla Cmb. Crediti: Lucy Reading-Ikkanda/Simons Foundation

 

Il significato della mappa.

Le aree colorate rappresentano la distribuzione e la concentrazione della materia. Le zone arancioni mostrano una maggiore concentrazione della massa, mentre quelle viola ne hanno di meno. Questa immagine conferma il modello standard della cosmologia, basato sulla Teoria della Relatività di Albert Einstein.

 

Per approfondire. 

La mappa della materia oscura in un universo simulato