Una grave siccità sta colpendo il Mediterraneo occidentale. La mancanza di precipitazioni e le temperature anomale ne sono la causa. Questo è quanto ci dice l’ultimo rapporto di Copernicus, il programma di osservazione della Terra promosso dall’Unione europea. Il suo obiettivo è quello di monitorare il nostro pianeta e il suo ambiente, un precetto che viene realizzato anche grazie alla condivisione delle mappe interattive dell’osservatorio. Qui i lettori di Info Data potranno navigare tra i vari indici per capire, ad esempio, la siccità, l’umidità del suolo, le precipitazioni (e molto altro) del territorio europeo.
Ma quali sono le tematiche su cui il rapporto 2023 dell’osservatorio pone maggiore attenzione? Per prima cosa, le risorse idriche disponibili sono ridotte rispetto alle condizioni di siccità riscontrate nella zona del mediterraneo occidentale (in special modo nella parte meridionale di Spagna e Portogallo). Inoltre, la siccità partita nella primavera del 2022 non ha trovato rimedio e si è aggravata, fino a raggiungere livelli di allerta. Questo ha generato numerose ripercussioni sull’agricoltura delle zone interessate. La mappa che segue riguarda il Combined Drought Indicator (CDI), un indice che combina precipitazioni, umidità del suolo e condizioni della vegetazione. Le situazioni di allerta sono in rosso. I dati sono dal primo al 10 giugno 2023. Si possono notare anche dei picchi nel nostro Paese, in Liguria e nella pianura padana.
Un altro punto riguarda le precipitazioni. Anche in questo caso le anomalie interessano la zona del Mediterraneo occidentale. Ma non si può dire diversamente per l’Africa settentrionale, che evidenzia allo stesso modo livelli d’allerta. Tuttavia, è sempre la penisola iberica a dare maggiore preoccupazione, con una primavera che, secondo i dati, è stata estremamente secca. Ma non è tutto, si sono avute delle forti precipitazioni nel nostro Paese (in aree estremamente secche, e quindi laddove il pericolo di alluvioni è maggiore). La zona interessata è la pianura padana, reduce delle violenti alluvioni di questa primavera.
Come ultimo punto del report, ci sono le temperature estreme. Nell’aprile 2023 si sono registrate delle temperature con picchi superiori a 4°C rispetto alla media del 1991-2020. Anche in questo caso, la zona di maggiore interesse è la stessa, nella penisola iberica centro-meridionale e nel Marocco settentrionale. Queste ondate di calore intense (e di lunga durata) hanno peggiorato l’effetto della mancanza di precipitazioni, aggravando l’umidità del suolo. Di seguito la mappa sulla secchezza dei terreni.
Cosa ci aspetta per questa estate? Ebbene, il rapporto ne parla nella sua fase conclusiva, spiegando che si prevedono condizioni di inizio estate più calde della media e sostenendo che l’estate 2023 ha un alto rischio di essere un periodo critico per le risorse idriche. Noi saremo qui a monitorarne le evoluzioni.
Per approfondire.
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