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cronaca

Come si costruisce un modello virtuale della Terra? Ecco il gemello digitale del Po

Usando i dati dei satelliti  del programma Copernicus, di Agenzia Spaziale Europea e Commissione Europea, il progetto Destination Earth (DestinE), che verrà sviluppato dalla Commissione Europea nei prossimi dieci anni mira a realizzare il primo gemello digitale del nostro Pianeta. Per raggiungere questo obiettivo ambizioso si è scelto di integrare repliche digitali del sistema Terra in tutta la sua complessità. L’obiettivo finale è integrare queste repliche digitali per formare un gemello digitale completo dell’intero sistema terrestre entro il 2030.

Un gruppo internazionale di ricercatori tra cui quelli del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr),  ha pubblicato  uno studio sulla rivista Frontiers in Science per progettare e realizzare “Digital Twin Hydrology”  Il progetto DTE Hydrology si concentra sul ciclo dell’acqua, sull’idrologia e sulle sue diverse applicazioni.  Si sta realizzando in modo graduale e nasce con la replica del bacino del Po e del Nord Italia ma sarà presto esteso, implementando i dati al modello, a tutto il Mediterraneo, poi l’Europa e l’Africa.

Parliamo di repliche perfette del territorio, fino a una scala di 100 metri, che incorporano al loro interno i dati satellitari, tra cui umidità del suolo, precipitazioni, evaporazione o portata dei fiumi e permette di simulare tutto quel che potrebbe avvenire. Si potrà simulare i danni provocati da una alluvione con una accuratezza e un livello di dettaglio superiore rispetto al passato.

 

Quindi si potrà per esempio modificare la quantità di pioggia, la copertura di neve, il caldo oppure l’uso dell’acqua e vedere cosa accadrà tra mesi. In tutta la valle del Po. Ed è solo l’inizio.