La previsione arriva da Goldman Sachs e, dovesse avverarsi, toglierebbe un argomento ai critici dell’auto elettrica. Ovvero quello del prezzo. Se infatti nel 2023, ultimo anno per cui si abbia un valore consolidato, il costo delle batterie è stato pari a 149 dollari al kilowattora, nel 2026 dovrebbe scendere a 82 dollari. Detto altrimenti, il costo di una batteria da 60 kWh, che si può considerare di taglio medio, costava lo scorso anno in media 8.940 dollari. E, nell’anno delle Olimpiadi di Milano-Cortina, dovrebbe scendere a 4.920. Un prezzo che, sempre secondo le stime degli analisti di Goldman Sachs, nel 2030 potrebbe arrivare a 3.840 dollari.
Ma quali sono le ragioni che lasciano ipotizzare questo calo dei costi? Intanto c’è una questione di costi, meglio di calo del prezzo dei metalli che vengono impiegati per realizzare le batterie. Stando alle previsioni, dovrebbe esserci una riduzione del 40%, in larga parte dovuta al rimbalzo verso il basso dopo gli aumenti dell’ultimo triennio legati all’inflazione.
Ma poi c’è un tema di natura tecnologica. Come spiega Nikhil Bhandari, co-head of Goldman Sachs Research’s Asia-Pacific Natural Resources and Clean Energy Research, «l’innovazione è legata alla struttura delle batterie, le cui celle stanno diventando sempre più grandi». Se oggi infatti si impacchettano molte cellule all’interno di moduli più piccoli che poi vengono uniti a formare il pacco batteria, «il tentativo è quello di eliminare i moduli e passare direttamente dalla cella al pacco batteria». Una struttura allo stesso tempo meno ingombrante, ma anche più economica. Se poi questo calo dei costi contribuirà a rilanciare il mercato delle auto elettrico, lo dirà il tempo.