Non cambia, completamente, le condizioni economiche di chi lo riceve. E non ne modifica le posizioni politiche: non funziona, in altre parole, a livello elettorale. L’unico effetto che il reddito di cittadinanza sembra avere sulle persone riguarda un aumento della considerazione del ruolo del lavoro sia per la realizzazione dei singoli che più in generale della società.
È questa la conclusione cui sono giunti i ricercatori di OpenResearch, ente di ricerca non profit legato a Sam Altman, il Ceo di OpenAI, la società che ha sviluppato il modello di intelligenza artificiale ChatGPT. Si tratta dei risultati di uno studio iniziato nel 2019 e che ha coinvolto 3mila residenti del Texas e dell’Illinois, negli Stati Uniti d’America. Tutte persone con un reddito annuo inferiore ai 28mila dollari, ad un terzo delle quali è stato garantito un contributo mensile pari a 1.000 dollari. Alle altre persone, coinvolte come gruppo di controllo, sono andati 50 dollari al mese.
Il risultato? Secondo i primi numeri, pubblicati nel luglio scorso, i percettori di quello che lo studio ha definito “basic income” hanno aumentato le loro spese mensili in media di 310 euro, utilizzando questi soldi per l’acquisto di cibo e per coprire i costi di trasporto. Nessun effetto, invece, sul fronte della salute, sia fisica che mentale.
Nuovi documenti, pubblicati in questi giorni, approfondiscono aspetti più filosofici. Sul piano della politica, le mille persone che hanno ricevuto mille dollari al mese per tre anni non hanno modificato le loro posizioni: che fossero favorevoli o contrari al reddito di cittadinanza, che votassero democratico o repubblicano hanno continuato a farlo anche con 12mila dollari in tasca in più ogni anno.
L’effetto più tangibile è però quello relativo alla considerazione che le persone hanno del valore del lavoro. Per misurarlo, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di esprimere quanto fossero d’accordo con quattro affermazioni. Ovvero che per sviluppare a pieno il proprio talento serva un lavoro, che avere un’occupazione sia un dovere verso la società, che i disoccupati siano persone pigre e che le persone non devono lavorare se non vogliono. La percentuale di persone che si sono dette d’accordo con questa affermazione dopo aver ricevuto mille dollari al mese è cresciuta del 2%.
Guardando agli aspetti qualitativi della ricerca, questo cambiamento si è verificato in particolar modo tra chi nel periodo dello studio ha trovato lavoro. E tra coloro che grazie ai mille dollari mensili hanno gestito meglio il periodo di disoccupazione tra un lavoro ed un altro. Ma c’è anche un altro aspetto: i recettori del basic income hanno voluto dimostrare come la loro capacità di migliorare la propria situazione non fosse legata esclusivamente al denaro ricevuto. Per queste persone, il fatto di avere un’occupazione al termine dell’esperimento ha rinforzato il convincimento che alla base del loro successo ci sia innanzitutto la loro etica del lavoro. E questo, concludono i ricercatori, è un aspetto centrale di come queste persone abbiano beneficiato del denaro ricevuto.
Per approfondire.
Disuguaglianze e povertà: quali strumenti per misurarle?
Il 9% degli esseri umani soffre la fame
Agenda 2030: l’Italia ha raggiunto solo 12 dei 105 target previsti