Un pensionato su otto lavorava ancora sei mesi dopo aver ricevuto il primo assegno pensionistico. Il dato è aggiornato al 2023, arriva da Eurostat ed è ovviamente un dato medio. Si va infatti dall’1,7% di pensionati rumeni che continuano a lavorare al 54,9% di quelli estoni. In Italia si tratta di una condizione che nel 2023 ha interessato il 9,4% dei neopensionati.
Visualizzati sulla mappa che apre questo pezzo, i dati dicono in generale che la scelta di continuare a lavorare pur dopo aver ricevuto il primo assegno pensionistico è più comune nei paesi del nord Europa. Beninteso, si tratta di una percentuale relativa ai pensionati che lavorano regolarmente: se qualcuno dovesse decidere di farlo in nero, non ci sarebbe modo di censirlo. Ma quali sono le ragioni per cui si continua a lavorare anche quando si potrebbe smettere?
Ci sono casi in cui la scelta di rimanere in azienda è legata a questioni finanziarie. Un tema molto comune a Cipro, dove due terzi dei pensionati lavoratori è tale perché il solo assegno pensionistico risulta insufficiente a far fronte alle esigenze. Mentre in Italia il 29,7% di coloro che continuano a lavorare anche sei mesi dopo il primo bonifico dell’Inps lo fa perché quest’ultimo è troppo basso per arrivare a fine mese.
Per approfondire.
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