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cronaca

Cosa dice il World Economic Forum sul futuro del lavoro

Il World Economic Forum ha pubblicato l’edizione 2025 del Future of Jobs Report, studio biennale dedicato all’evoluzione del mondo del lavoro e delle competenze richieste dalle aziende. Frutto di interviste realizzate tra maggio e settembre 2024 e che hanno coinvolto 1.043 aziende con almeno 500 dipendenti in 55 paesi, che rappresentano l’88% del Pil mondiale e impiegano oltre 14 milioni di persone, rappresenta un affresco rispetto all’evoluzione del mondo del lavoro.

Uno dei temi affrontati nel report riguarda la necessità di upskilling del personale, ovvero di formazione della forza lavoro, da qui al 2030. InfoData ha scelto di concentrarsi sull’Europa ed ha visualizzato queste necessità nell’infografica che apre questo pezzo. Nella maggior parte dei paesi considerati, la quota maggiore è relativa a persone che non avranno bisogno di formazione. Circostanza, questa, che in Italia riguarda il 37% della forza lavoro delle compagnie con oltre 500 dipendenti.

In Austria, Estonia, Lettonia e Portogallo, invece, la quota maggiore è relativa al personale che verrà formato ma continuerà a svolgere il medesimo lavoro che volge oggi. Nel nostro paese si tratta del 31% della popolazione. C’è quindi una quota di lavoratori che, dopo la formazione, verrà destinato ad un incarico diverso da quello attuale. In Italia questo riguarderà un lavoratore su cinque. Resta residuale in tutti i paesi considerati la quota di persone che non si reputa utile formare. Si tratta di soggetti il cui posto di lavoro è più a rischio. Nel nostro paese questa condizione riguarda oltre un dipendente su dieci.

Uno dei cambiamenti più importanti che impatterà il mercato del lavoro, ma non solo quello, è rappresentato dalla diffusione dei modelli di intelligenza artificiale. E appunto il report che il World Economic Forum dedica al futuro del lavoro è andato a sondare anche quante delle aziende intervistate abbiano sviluppato un programma legato all’AI. Ecco i risultati:

Tutte le aziende austriache che hanno partecipato alla survey hanno affermato di aver inserito l’AI all’interno dei processi aziendali. All’estremo opposto ci sono Slovenia e Portogallo, dove solo il 75% delle compagnie con oltre 500 dipendenti utilizza i bot. Segno che questa tecnologia ormai è entrata all’interno delle aziende. E l’Italia? L’86% delle aziende intervistate impiega l’intelligenza artificiale.

Per approfondire. 

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