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Manovra fiscale, per attuare le riforme occorre un +1,5% del Pil nel 2016

La possibile revisione al ribasso della stima di crescita per il 2016 renderebbe più arduo rispettare il target del deficit fissato al momento all’1,8%, anche per effetto del ridimensionarsi dei risparmi in conto interessi attesi dalla stabilizzazione dello spread attorno ai 100 punti base. Sarebbe a quel punto a dir poco complicato percorrere la strada (da concordare con Bruxelles) di un sia pur modesto incremento del deficit per finanziare alcune delle spese in programma con la legge di Stabilità. Resterebbe l’arma della flessibilità sul fronte degli investimenti, ma gli importi in gioco (4-5 miliardi) non paiono decisivi ai fini dei saldi complessivi della manovra.

La manovra proposta dal Governo prevede di far scendere la spesa pubblica a 67.638 milioni di euro nel 2019 (rispetto ai 73.182 milioni del 2014) portando l’incidenza della spesa pubblica sul Pil dal 4,7% al 3,7%. Tuttavia la manovra sarebbe sostenibile solo nel caso in cui le previsioni di crescita del Pil venissero confermate anche nei prossimi mesi. Nel caso in cui, invece, il +1,5% previsto venisse rivisto al ribasso, diventerebbe molto difficile mantenere il deficit all’1,8%, con la conseguenza che i 4-5 miliardi di flessibilità sugli investimenti non sarebbero più sufficienti

Tratto da Il Sole 24 ORE del 25/08/2015, pagina 7