Al di là dei numeri, nelle intenzioni del Governo dalla legge di stabilità dovrà arrivare un chiaro segnale sul taglio delle tasse ma anche sulla riduzione della spesa. I principali affluenti della “spending 2.0” alla quale sta lavorando il commissario Yoram Gutgeld insieme a Roberto Perotti saranno tre: centralizzazione degli acquisti, attuazione della riforma Pa a partire dalla partecipate, razionalizzazione di immobili pubblici e tax expenditures. Sul fronte degli acquisti dovrebbero essere recuperati dai 2 ai 2,5 miliardi che diventeranno 5-6 miliardi tenendo conto di tutto il mix di interventi allo studio su sanità e ministeri. L’estensione del metodo-Consip facendo leva sulla riduzione da 32mila a 34 stazioni appaltanti è uno dei punti fermi della prossima manovra. Un’operazione che rispetto al passato toccherà in modo più marcato le Regioni e gli enti locali con una ricaduta trasversale sulla sanità.
Attualmente la spesa per beni e servizi della Pubblica Amministrazione ammonta a 87 miliardi di euro l’anno. I maggiori costi arrivano dagli Enti territoriali (41,4% della spesa) e dal Servizio Sanitario Nazionale (33,3%), mentre il restante 25,2% della spesa è riconducibile alle amministrazioni dello Stato (17 miliardi) e ad altri enti (5 miliardi)
Tratto da Il Sole 24 ORE del 02/09/2015, pagina 4